|
Compagnia Daltrocanto
Un suono caldo di zampogna sale dal
fondo della Chiesa, mentre dalla sua
porta un delizioso profumo di
biscotti si espande lungo il
sagrato; una voce dall’altare intona
una familiare melodia, ed ecco che
la Tradizione si rinnova oggi come
ieri antica e sempre nuova.
“Zampogne, pastori e pastorelle” -
dove queste ultime indicano il
tradizionale e squisito dolce
cilentano a base di castagne
- è il titolo del nuovo concerto di
Natale della Compagnia Daltrocanto.
Un concerto che, raffinato e
coinvolgente allo stesso tempo, vi
porterà per mano attraverso le più
belle melodie tradizionali natalizie
del Sud Italia, tra novene,
pastorali e canti devozionali a Gesù
Bambino e alla Madonna.
Uno spettacolo che racchiude in sé
il fascino di una mostra di
strumenti tradizionali, in
particolar modo zampogne, che i
musicisti della Compagnia
Daltrocanto espongono ed utilizzano
durante questo affascinante cammino
musicale.
Dalla zampogna cilentana a quella
lucana e molisana; dalla surdulina
della Basilicata alla calabrese
menzetta delle Serre, oltre a
ciaramelle, tamburi a cornice,
chitarrino e chitarra battente,
mandola, mandolino e basso acustico,
fino alle inusuali atmosfere
medioevali del dulcimer, il tutto
accompagnato da suggestivi racconti
che vi permetteranno di immergervi
completamente nella magia del
Natale.
Le
Zampogne di Daltrocanto
Non è Natale senza zampogne: nel
nostro immaginario collettivo il
Natale, infatti, resta ancora
intimamente legato alla coppia di
zampognari e alla calda atmosfera
che zampogna e ciaramella sanno
creare intorno al presepe.
Le Zampogne di Daltrocanto rinnovano
e fanno rivivere questa magia
interpretando con pregiati strumenti
di fattura artigianale il
tradizionale repertorio delle novene
natalizie, delle pastorali e delle
danze dei momenti di festa.
In formazione composta da zampogna,
ciaramella, tamburello e voci,
presentano un concerto
particolarmente coinvolgente tanto
in un contesto itinerante che su
palco o in chiesa.
Lo spettacolo può essere completato
da una esposizione di diverse
tipologie di zampogne e ciaramelle
con esplicazione degli strumenti,
delle tecniche di costruzione, della
particolarità di ognuna.
Alla formazione base, inoltre, può
aggiungersi una coppia di danzatori
per interventi di ancor più festosa
animazione di sagre e mercatini
natalizi.
puoi usarlo così o ti serve un file
a parte?
info@daltrocantoweb.org
328 7254831
|
|
ottobre 2013
Associazione culturale “ Ancia
Libera ”
Strumenti , musiche e cultura della
tradizione campana
Via G. Tropeano 48 - 80131
NAPOLI
ISCRITTA ALL’ALBO REGIONALE DEGLI
OPERATORI DELLO SPETTACOLO AL n°358
Tel.
081
/ 770.13.02 340 /
25.05.142
e- mail:
giusemaur@libero.it
Sito Internet :
www.zampognari.org
IL TEMA DELLA “ PASTORALE” NELLA
MUSICA
Concerto per coro
polifonico , zampogne e strumenti
tradizionali
Produzione originale
Per “pastorale”
si intende una composizione musicale
che si ispira al mondo dei pastori,
ed alle loro melodie.
Molti autori di
musica colta e classica hanno
scritto brani “pastorali” , all’or
quando hanno composto opere
ambientate in uno scenario rurale.
La produzione
originale, che si propone, ha
l’obiettivo di qualificare gli
strumenti musicali tradizionali –
che si pensa impiegati solo nel
periodo Natalizio - con l’esecuzione
di un repertorio che vede la
zampogna, la ciaramella , la piva,
impiegati in composizioni musicali
su testi classici.
Il testo de la
“Canzone del pastore” di G.B.Lorenzi
viene musicato nel 1790 da G.B.
Pergolesi per l’opera buffa
“Nina pazza per amore”.
R. Leoncavallo ,
autore sia del libretto che della
musica nella notissima opera lirica
“Pagliacci” risalente
1892, prevede l’ingresso degli
zampognari nel finale della I scena
del I atto, quando questi
accompagnano il corteo nunziale.
Nei “Carmina
Burana” il compositore tedesco
Carl Orf, nel 1937, va a musicare
parte della raccolta dei testi
poetici che, risale al XIII secolo,
che fu ritrovata nel monastero di
Benediktbeuern nella Germania del
Sud. Tra i canti del ns. demo la
terza traccia è “ In taberna quando
sumus” un brano allegro riproposto
con in testo originale in latino,
dal ritmo marcato, inno al vino e
al divertimento , dove è
protagonista la piva (un modello di
cornamusa italiana).
Della presente
proposta si allega un DVD demo
audio/video, la registrazione di
una “prova aperta” datata 06 giugno
2013, a dimostrazione di una
produzione originale concepita nel
tempo .
Il programma viene
completato dalle pastorali
natalizie, sia di carattere profano
che religioso (immancabile la Quanno
Nascette Ninno di S.Alfonso M. de
Liguori), e da brani di oratorio
ovvero il melodramma in ambito
sacro.
Le voci (il
Coro “Dimensione Polifonica”)
vengono dirette dal M° Biagio
Terracciano, ed i cinque
strumentisti (violino, chitarra
classica e battente, zampogne,
ciaramella) dal prof. Giuseppe
Mauro, per un organico complessivo
di 18 elementi.
Ogni brano verrà
preceduto da una breve ma esaustiva
presentazione per comprendere – al
meglio - le esecuzioni.
“Il tema della
pastorale nella musica”
– produzione originale –
si presenta come un concerto nuovo,
colto ed al contempo tradizionale,
per qualificare in ambito classico
la zampogna, strumento tipico del
Natale.
Il costo della
rappresentazione verrà concordato
con gli Organizzatori in base ai
tempi, forme e modalità di
erogazione dello stesso.
Nel ringraziare
per l’attenzione ed in attesa di un
cortese riscontro si porgono i
migliori saluti.
Su richiesta si invia DVD demo
audio/video della prova aperta.
A tal fine vorrete rinnovarci il
Vs. indirizzo postale: sarà ns.
cura spedirVi un plico con
affrancatura di posta
prioritaria.
Il demo della "prova aperta"
volutamente non è in rete.
In attesa di un cortese
riscontro si porgono i migliori
saluti.
Prof. Giuseppe Mauro 340
2505142. www.zampognari.org
|
|
"ARPICEDDA"
Arpicedda è il nome della
piccola arpa portativa
originaria del
Sud-Italia.
Fina dalla seconda metà del
'700 Viggiano, piccolo paese
della
Basilicata, era conosciuto
come il principale centro di
costruttori e
suonatori d'arpa.
Gli arpisti viggianesi erano
famosi non soltanto in
Italia, ma anche in
Europa e in America come
musici migranti e girovaghi,
che vivevano
della propria musica.
Giuliana De Donno ripercorre
la storia di questi
straordinari
musicanti attraverso
racconti, suoni e immagini
con il suo raro
esemplare di arpa viggianese,
recentemente recuperata e
restaurata.
Il programma del concerto,
frutto di una meticolosa
ricerca storica e
sul campo, è una
ricostruzione dei repertori
popolari e colti che gli
arpisti viggianesi erano
soliti seguire per le strade
del mondo:
tarantelle, pastorali,
quadriglie, valzer, polke,
serenate, arie d'opera
e antiche canzoni
napoletane.
GIULIANA DE DONNO
arpa viggianese
periodo di disponibilità:
primavera, estate e autunno
2012
per contatti
giuli.dedonno@gmail.com
|
ascolta
il brano
Polka di Vittorio |
I
VIGGIANESI
"Nell'
amena riviera di S. Lucia
spesso allegrano la
solitudine della mia stanza
i canti e i suoni del lieto
popolo che sotto un cielo
tutto luce ed armonia, su le
rive all'azzurro Tirreno, in
cospetto al fumante Vesevo,
apre l'anima ai deliri d'una
festa che non ha mai posa.
Un mattino dal mio verone
guardavo ai raggi solari che
a poco a poco dissolvevano
la vaporosa cortina entro
cui nascondevansi monti ed
acque; e quindi come
dissonnate andavano
scoperchiandosi Portici,
Pompei e Castellammare, e la
marina fatta lucente
mostravasi festante di
barche pescarecce e di vele.
Della qual vista mentre io
pigliava godimento, mi
giunse caro suono di arpa;
ed era una melodia
conosciuta, una canora amica
che recandomi dilette
memorie mi conduceva
all'isola d'Ischia, nella
festa campestre di Lacco.
Guardai attorno, e vidi il
buon vecchio sonante d'arpa,
che in Ischia mi fe'
ricordare il Re profeta
arpeggiante intorno all'arca
d'Israello. Lo chiamai
perchè delle sue armonie
fosse venuto a vivificare la
mia dimora. Venne il buon
vecchio con due giovanetti
sonanti il violino, e poiché
ebbe di cari suoni
rallegrata la mia stanza, lo
richiesi della patria.
- Sono di Viggiano - mi
rispose.
- Voi siete dunque nato in
quel paesello di Basilicata
di cui gli abitatori a guisa
degli usignoli vivono di
armonie naturali!
Più volte avea desiderato
conoscere da vicino i
Viggianesi, questi figli
della musica, che traendo
una vita nomade vanno
accattando un pane coll'arpa,
chè nell'arpa hanno locate
le speranze dell'avvenire, e
coll'arpa portano per tutto
il mondo il pensiero della
loro patria e l'affetto
delle italiche melodie - Oh!
ditemi, soggiunsi al vecchio
Viggianese, ditemi il vostro
nome, e qualche cosa del
vostro viaggio.
- Io mi chiamo Francesco
Pennella: da 47 anni viaggio
con quest'arpa su la quale
il mio avo sonò i canti di
Cimarosa e del Jomelli; e
mio padre m'apprese quelli
di Rossini e di Mercadante.
Fanciullo io scossi queste
corde, con cui viaggiando
tentai procacciarmi un pane.
- Ma dopo lungo pellegrinare
trovaste alfine buona
fortuna?
- Oh fortuna! io già avea
raccolto tanto danaro che mi
avrebbe bastato a menar
giorni beati nella quiete
del mio paese: sennonché in
patria fui invidiato, e la
calunnia mi percosse di
malvage accuse, dalle quali
per uscir salvo mi fu
mestieri spendere tutto
l'aver mio. Ridotto
all'estremo della povertà,
vecchio di settantatre anni,
per vivere sono costretto a
nuovamente viaggiare
coll'arpa.
Mi mosse a pietà il buon
vecchio che raccontava le
sue disavventure con
ingenuità di parole e
bagnando di qualche lagrima
le rughe del magro volto in
cui era significato il
crucio dell'anima
contristata. Da quanto
poscia mi disse appresi non
essere il Pennella di coloro
che molto avessero
pellegrinato in lontani
paesi. Avea soltanto
percorsa l'Italia e la
Provenza, la patria delle
romanze e de' trovadori; ma
diceami, un suo nipote, il
padre dei giovanotti che
seco conduceva, assai più
ch'egli non fece aver
viaggiato in lontanissimi
siti, e, visitato il Perù,
stanziatosi in Lima, viver
bene ammaestrando molti
nella musica. Merita
veramente il saluto della
poesia nazionale il melodico
Viggiano: imperocchè
deggiono essere piene di
armonia le sue acque, i suoi
alberi e le sue pietre: una
musica segreta deve
accarezzare la culla di quel
semplice popolo, e gemere
nel santuario delle lor
tombe.
Sorge Viggiano in cima ad un
monte dell'antica Lucania, e
conta circa settemila
abitanti, i quali sono
vantati non solo per la
musica, ma eziandio per
saper bene lavorare la
terra. La vanga e l'arpa,
ecco i due strumenti che la
natura e l'arte congegnarono
per quella svegliata ed
operosa gente. Altri
imprenda a celebrare i bravi
vangatori di Viggiano, e chi
ha dovizia di tenimenti se
ne provveda. Io figlio
errante della poesia cerco
in Viggiano i miei fratelli,
i figli dell'armonia. I
quali sotto l'ombre de'
faggi che inghirlandano il
colle natale si ammaestrano
alla musica, e danno i primi
suoni al santuario
volgarmente chiamato Santa
Maria del Monte, donde
traggono conforto alle
pellegrinazioni, e reduci
vanno a prostrarvisi, grati
alla Madre di Dio che della
sua benedizione ne tutelò il
canoro pellegrinaggio.
Alcuni suonano il violino,
certi altri toccano con
maestria la mandola, ve n'ha
dei valenti nel clarino e
nel flauto, ma la più parte
di questi armoniosi
pellegrini suonano l'arpa,
strumento che meglio di ogni
altro al popolo viggianese
si addice. Conciossiachè la
Basilicata ne' suoi interi
costumi, nelle sue feste
innocenti, e nella sua
amicizia ospitaliera
conservando una vita tutta
patriarcale, dovea ben anco
serbare in riverenza lo
stromento degli antichi
patriarchi. Epperò il
vecchio Pennella ritoccando
l'arpa mi parea un risorto
padre degli antichissimi
tempi, e mi toccava il cuore
con parole di cristiana
pietà ricordando Santa Maria
del Monte e il fonte d'acque
limpidissime che scorre
presso al santuario. Deve
pure essere una scena piena
di cari affetti il trovarsi
in Basilicata fra diversi
Viggianesi che nel fior
degli anni usando dell'arpa
in terra straniera si
procacciarono alla cadente
età riposata esistenza in
patria. Essi vi additeranno
campi e case acquistate col
danaro raggranellato in
Europa, in Asia e
nell'America. Vincenzo
Miglionico, uscito di patria
nell'anno 1806, tornò nel
1832. Sonando l'arpa nelle
città d'Europa e d'America
la musica gli fruttò molto
danaro, il quale con
propizie sorti converse
poscia al commercio
scambiando l'arpa con le
cambiali, le note musicali
con le cifre algebriche.
Antonio Varalla per
trentacinque anni aiutato
soltanto dalla musica corse
Europa ed America, ed ora
vive dovizioso in patria.
Mi si narra d'un porcaio che
dal signor Poliodoro suo
padrone costretto a partire
perché da lui privato di
ogni lavoro, né sapendo più
a qual partito fidare, fuori
d'ogni miglior speranza si
appese al collo un'arpa ed
errando di paese in paese
giunse in America: dove
coll'arpa fatta gran fortuna,
prese moglie ed ebbe prole
ridente. Tornato a Viggiano,
Vincenzo Poliodoro, il
figlio dell'antico padrone,
fece liete accoglienze al
povero guardiano di porci
salito in prospero stato, e
si acconciò di pigliare in
isposa la figlia di lui
ricca di cospicua dote.
Per simili modi Viggiano in
ogni età ricorda diversi
suoi tigli che, partiti
poveri, tornarono ricchi per
deporre le stanche ossa su
l'ospitale benedetta balza
dove sortirono la vita. A'
dì nostri si contano
trecento di tai viaggiatori
lucani che ricchi di armonia
vanno per il mondo; e per
questi pellegrini sono
inutili trovati e cocchi e
strade di ferro: perchè
viaggiano pedestri recando
su le spalle l'eletto
strumento, e ad ogni paese
che incontrano danno il
saluto della musica. Avverrà
talvolta a chi navighi i
nostri mari o quelli del
Norte di udire un dolce
suono di arpa che uscito dal
fondo della nave vada a
mescolarsi colla tempestosa
armonia delle acque. Sarà
qualche Viggianese accolto
con amore dal capitano della
nave per addormentare nella
sua musica il pensiero de'
pericoli e le traversie
della navigazione. Non vi ha
persona gentile che non
accolga benignamente il
Viggianese, questo trovadore
della nostra età, che fra
gl'interessi materiali del
secolo decimonono viene a
provarci che ferve ancora un
pò di poesia entro il cuore
de' popoli. Tornato esso in
patria, nelle lunghe sere
d'inverno aduna la famiglia
e gli amici attorno al gran
focolare domestico, e loro
narra le città visitate, le
meraviglie vedute, e le
accoglienze trovate in ogni
parte. Nè pensate che solo
parlino del minuto popolo
accolto
su le piazze, e delle porte
de' santuari presso cui
andavano a sonare. Narrano
puranco liete accoglienze in
sale di ornate dame e di
splendidi signori; il che
prova eziandio come lo
spirito cavalleresco, di che
animavansi i castelli
dell'età mediana, non sia
interamente estinto. Nelle
lontane regioni come figlio
della musica nostra ammirasi
l'armonico pellegrino di
Viggiano, il quale non che
soltanto ripetere i canti
del teatro italiano, reca
pure altre armonie, che gli
stranieri non potrebbero
avere dalle opere de' grandi
nostri musicisti: reca le
armonie de' nostri pastori,
de' nostri devoti. Il
Viggianese va informato
dello spirito della sua
patria, e passando per mezzo
alle più cospicue città
italiane, lo ingagliardisce;
nè avviene che lo deponga
per cantilene straniere: nel
qual caso perderebbe il
marchio della musica
nazionale.
Perfino l'arpa è strumento
congegnato cogli abeti delle
selve lucane: e Vincenzo
Bellizia in Viggiano e fuori
vien reputato ai dì nostri
valentissimo costruttore
d'arpe. La sua fama, varcate
le falde del paterno colle,
si estese maggiormente
nell'anno 1845 quando nella
pubblica esposizione di
belle arti in Napoli si
ammirò un'arpa del Bellizia
splendente di dorature e di
grazioso lavorio, bella a
vedere, dolce ad udire;
tantochè il lucano artista
dall'Instituto
d'Incoraggiamento venne
decorato d'una medaglia
d'argento, e la Società
economica di Basilicata lo
regalò di cento ducati. Ora
più che mai i pellegrini di
Viggiano vogliono l'arpe del
Bellizía, ed egli nel corso
di pochi anni ne ha per loro
lavorate centoquarantacinque:
le quali erranti su la terra
dispensano i tesori
dell'armonia per tutta
Italia, sulle piazze e nei
caffè di Parigi e di Londra,
fra i castelli della
Germania, fra le moschee
orientali, e presso la
pagoda del Cinese: per ogni
dove ammirate e desiderate.
L'arpa del Pennella non era
opera del Bellizia, ma forse
una di quelle antiche nelle
quali studiò l'artista
viggianese. Il Pennella mi
vantava il suo strumento, e
dalle sue trentasette corde
traeva accordi di soave
beatitudine: e poichè ebbi
da lui ascoltate diverse
melodie de' più celebrati
nostri maestri, lo invitai a
sonarmi melodie popolari. Il
cortese Pennella fece la mia
voglia, ritoccando con altri
tuoni l'arpa, e facendo un
cenno ai vispi giovanotti, i
quali con voce melliflua
cantarono amorosamente
canzoni napolitane. La mia
stanza divenne un teatro
della musica popolare. Mi
segnai una delle diverse
canzoni che ascoltai piena
di pastorale soavità.
Nel teatro
della mia dimora erano tre
gli attori, un solo
spettatore. Ma fu aperta la
porta della stanza, ed ecco
allo spettacolo aggiunto un
nuovo spettatore. Era il
paesista Mattei che veniva a
visitarmi recando le armi
dell'arte sua, la tavolozza
e la cartella ricca di bei
disegni - Oh, mi sclamò il
Mattei, sarà vero ch'io
deggio spesso vederti fra
scene artistiche! - Meco, o
caro amico, vieni a godere
della musica popolare che mi
recano questi buoni
Viggianesi. Mescoliamoci col
popolo, beviamo alla tazza
delle loro armonie fragranti
di amore e di fede!
Sorrise il Mattei e riprese
a dire: Cantino, suonino i
Viggìanesi, ed io frattanto
ritrarrò l'immagine loro,
perchè sono una cara pagina
ne' costumi napolitani: sono
essi che nelle feste del S.
Natale vengono per le nostre
vie a rinnovare quei canti e
que' suoni che innanzi al
divo Presepe di Betlemme
celebrarono il gran riscatto:
sono dessi che nel finire e
nell'albeggiare dell'anno
recano armoniosi auguri di
prosperevole avvenire.
Così dicendo si assise il
Mattei e ritrasse il
Pennella, calvo, sdentato e
dolorante. Frattanto i
nipoti dell'armonioso
vecchio mi rallegrarono con
tal varietà di canzoni, che
entrai in desiderio di
sapere il come facessero ad
averne in tanta copia -
Colla massima facilità, mi
rispose il Pennella,
comperandole al prezzo di un
grano per ciascuna dai
venditori elle con un fascio
di tali canzoni
schiamazzando fanno il giro
di tutta Napoli.
Addio, o canuto Viggianese:
il Mattei mi fece dono del
tuo ritratto, il mio cuore è
colmo delle tue melodie.
Addio. Prosegui
nell'armonico pellegrinaggio,
e quindi torna felice al tuo
monte, alle tue acque, alle
tue selve; ed all'ombra del
tuo santuario la pace de'
patriarchi ti accolga
santamente.
Lascio i miei pochi lettori:
andrò qualche giorno errando
nelle vie di Napoli, per far
conoscenza co' poeti del
popolo, cogli stampatori e
venditori di tali canzoni, e
quindi tornerò fra loro per
narrare qualche istoria
delle canzoni in dialetto
napolitano."
Testo di Giuseppe
Regaldi
tratto da "Usi e costumi
di Napoli e Contorni" - F.
De Boucard, Napoli, 1857 |
GIULIANA
DE DONNO
Giuliana De Donno, nata a
Matera, si è diplomata in
arpa classica presso il
Conservatorio S.Cecilia di
Roma sotto la guida di J.
Jugo de Grodnicka. Ha
proseguito gli studi di
perfezionamento di arpa
classica con E. Zaniboni e
C. Antonelli, di arpa
paraguayana con A.R. Ortiz e
L. Almada, di arpa celtica
con D. Bouchaud e A. O’Farrell.
Il suo repertorio abbraccia
vari generi musicali, dal
classico al popolare grazie
alla versatilità offerta
dallo studio e dalla ricerca
su strumenti delle
tradizioni popolari quali
l'arpa celtica, l’arpa
viggianese (Lucana) e l'arpa
paraguayana ; è inoltre una
delle poche arpiste al mondo
a suonare e possedere
un’arpa originale viggianese
che ha fatto recentemente
restaurare.
Nell'ambito classico ha
svolto un' intensa attività
concertistica come solista
ed in formazioni da camera
presso importanti
manifestazioni tra le quali
“ESTATE FIESOLANA ‘86",
"ROMA EUROPA FESTIVAL '95",
"FESTIVAL INT. DELLE ARPE
98", "SIMPOSIO INT. D'ARPA,
PERUGIA 98", "TELETHON
FRANCE 99" e con enti di
rilevanza internazionale
quali "ACCADEMIA FILARMONICA
ROMANA", "TEATRO DELL'OPERA
DI ROMA".
Ha inoltre collaborato con
varie orchestre, tra le
quali "G. PETRASSI", "ROMENSAMBLE",
"MUSICA OGGI", "ORCHESTRA DI
STATO DI KIEV" .
Numerosi i concerti e le
collaborazioni che ha fatto
nell'ambito della musica
jazz, leggera e popolare con
: S. Cristicchi,
Radiodervish, G.L. Ferretti,
C. Nunez, L. Galeazzi, B.
Servillo, Avion Travel, C.
Consoli, P. Pelù, F. De
Gregori, L. Dalla, A.Minghi,
M.Nunzi, A.Montellanico, N.
D’Angelo,A. Sparagna, N.
Citarella, R. Jermano, A.
Vacca, Indaco, Piccola Banda
Ikona, C.Simonetti, G.
Imparato, P. Cortese, R. De
Rosa,F. Di Giacomo, R. Tesi,
R. Maltese, ecc.è stata
inoltre arpista
dell'Orchestra Popolare
"Notte della Taranta" ediz.
2005 e 2006 ed è attualmente
l'arpista dell'Orchestra
Popolare Italiana dell'
Auditorium "Parco della
Musica" di Roma. Suona
abitualmente in trio con
Massimo Cusato e Raffaello
Simeoni; in duo con
Gabriella Aiello, Massimo
Carrano.
Ha suonato tra le tante
manifestazioni e festival a
: "Taormina Arte", "Ravenna
Festival","Roma incontra il
mondo", "Leuciana Festival",
"Festival de Carthage",
"Fondazione Donne in
Musica", "Festival
Valentiniano", "Festival
Int. Harpae","Woman fiction
Festival", "Notte bianca" di
Roma,"Musica per Roma", "La
Zampogna", "Paleariza
Festival", "Ai confini del
sud ", "Peterborough Italian
Festival", “Festival de
Harpe de la Cote d'Azur” .
Nel 1994 ha vinto il "Premio
Recanati canzone d'autore"
con il gruppo Paideja con
cui ha partecipato anche
alla 44.ma ediz. del
Festival della canzone
italiana di Sanremo sezione
giovani e nella 58.ma ediz.
dello stesso Festival è
stata ospite di Amedeo
Minghi sezione big.
La sua attività si è estesa
anche al teatro e al cinema
(con M. Lucchesi, E. Scola,
A. Foà, G. Giannini), sia
come protagonista in scena
che come esecutrice di
colonne sonore (L. Bacalov,
M. De Sica, ecc.) e di
musiche dal vivo per
spettacoli di danza (B.
Curtis).
Ha inoltre suonato nelle
produzioni discografiche di
numerosi artisti e nel 1994
ha inciso con il gruppo "Paideja"
il Cd “ Venti propizi” (IT
Dischi); nel 1998 il Cd
“Corde dell’antica Roma” (Amiata
Rec.) in
cui suona la Lira, la Cetra,
l'Arpa Birmana; nel 2004 il
Cd “A Sud del mondo” in trio
con M. Cusato e R. Simeoni.
Di nuova pubblicazione è il
Cd “Harp to Harps” (Twilight
Music) dove in veste di
solista ripercorre la storia
dell’ arpa dalle origini ad
oggi.
Nel 2006, L'Unione dei
Comuni della Grecia
Salentina le ha conferito la
Cittadinanza Onoraria per la
meritoria opera di
valorizzazione e
divulgazione delle
tradizioni musicali grike e
salentine compiuta quale
componente dell'Orchestra
Popolare "La Notte della
Taranta".
Nel 2008 ha fondato e
avviato la prima scuola in
Italia di arpa popolare
italiana con sede a Viggiano.
Attualmente oltre ad un'
intensa attività
concertistica, si dedica
all'insegnamento. |
|
|
|
I
Rusticanti
musica popolare dal Lazio e dal
Centro Italia
I suoni, i canti e i ritmi della
tradizione del Centro Italia, dal
Tirreno all’Adriatico, passando per
gli Appennini. Con un repertorio
fatto di saltarelli,
stornelli, canti d’amore e di
lavoro, quadriglie e “vecchi balli”,
tramite i canti tradizionali e i
suoni di organetti, zampogne,
mandolini e tamburelli si snoda
l’itinerario sonoro proposto dai
Rusticanti, in esecuzioni sia
acustiche/itineranti che da palco.
I Rusticanti sono:
..Alessio Mariucci (percussioni)
..Enzo Vetri Buratti (organetti
voce)
..Luciana Manca (voce)
..Matteo Assennato (zampogne,
ciaramelle, chitarre)
..Matteo Mencattini (organetti,
percussioni)
..Riccardo Lana (violino, chitarre,
mandolino, voce)
Per contatti:
Riccardo Lana 3392655282
Matteo Assennato 3474906425
Alessio Mariucci 3687758174
rusticanti@libero.it
www.myspace.com/rusticanti
Pagina Facebook: Rusticanti Folk
|
|
CONCERTO DEI
"TRADIZIONALE SALENTINA DOP" CON
DANZE A CURA DI SERENA TALLARICO
CON GIUSEPPE DELLE DONNE
Tradizionale Salentina Dop è un
progetto che ripropone musiche
tradizionali del Salento (Puglia
centro-meridionale).
Canti d’amore e stornelli
intervallano deliziosamente la
musica per danza che diventa la
grande forza del gruppo.
L’antica pizzica pizzica viene
riproposta con una nuova ed
esplosiva energia dove il
virtuosismo strumentale colora
sapientemente il ritmo
incalzante ma rispettoso della
danza.
I musicisti di Tradizionale
Salentina Dop sono tra i più
attivi e virtuosi del panorama
della musica popolare attuale.
Il gruppo è composto da:
DARIO MUCI: voce, chitarra e
bouzouki;
GIANCARLO PAGLIALUNGA:
tamburello e voce;
MASSIMILIANO MORABITO: organetto
Con la speciale partecipazione
di:
SERENA TALLARICO: danza
GIUSEPPE DELLE DONNE: danza |
|
Associazione
Culturale
MUSICANTI DEL PICCOLO BORGO
Le proposte artistiche per il
periodo Natalizio
Musicanti del Piccolo Borgo
concerto “Stella Cometa” -
canzoni accanto al presepe
I
canti della tradizione italiana
(molisana, campana, siciliana)
legati alla narrazione e ai riti
della Natività. Dalle novene al
suono delle zampogne e
ciaramelle ai canti religiosi di
S. Alfonso Maria de’ Liguori,
dalle tammurriate per la questua
alle pastorali settecentesche
alle ninne nanne al Bambin Gesù.
Il concerto è stato
rappresentato in decine di
chiese italiane tra cui la
Basilica di Sant’Antonio da
Padova.
Gli zampognari
Musiche di Natale: una selezione
di melodie e pastorali della
tradizione italiana, legate al
suono delle zampogne delle
ciaramelle e delle pive.
Spettacolo itinerante in costume
tradizionale nelle strade,
mercatini di Natale, presepi
viventi, funzioni religiose e
scuole.
Riccardo Marasco
concerto “Pace non più guerra”
Canti popolari della devozione
religiosa italiana, dalle laudi
medievali francescane (sec. XIII)
ai canti spirituali delle
confraternite religiose del sec.
XVII. I brani interpretati con
puntigliosa attenzione ai canoni
popolari delle varie regioni
italiane, ripercorrono con
efficace ingenuità popolare i
momenti storici e i temi
teologici legati al mistero
della maternità divina di Maria
e alla nascita del Dio-Uomo.
Richiedi materiale e preventivi
INFO: mdpb@libero.it 338 2132607 |
Compagnia D'altrocanto
|
per NATALE
e FESTE tradizionali, novene,
concerti e esibizioni,
gruppo di zampognari a coppia
o fino a 5 elementi
indispensabile prenotarsi per tempo
Info. 3281750244 –
gianlucazammarelli@libero.it |
|
serenata
Serenat E ensemble presenta
‘NA
SERENATA
con
Roberta Bartoletti: organetti, chitarra
Anna Maria Giordano: voce, nacchere, darbuka
Massimo Greco: mandola, mandolino, bouzouki
Giuliano Gangemi: chitarra, basso
|
scarica la demo: nina.mp3
(2.6 Mb) |
…Di sera
avvengono le serenate… ma il loro “profumo”
può accompagnarci tutto il giorno.
Una
voce ed alcuni strumenti musicali si
incontrano per condividere un momento di
musica… e non solo. Ci sono, infatti, anche
le storie da narrare; l’amore e la vita
attraverso la tradizione popolare e
l’espressione personale. Si tratta di un
viaggio attraverso il sentimento dell’amore,
di ieri, di oggi.
L’ensemble
vuole proporci canti popolari rivisitati e
musiche originali; serenate che raccontano,
appunto, l’amore e che sono al tempo stesso
storie; serenate allegre o più “pensate”.
Corde ed ance
hanno voglia di parlare, nella ricerca dei
suoni e dei respiri, con andamento a volte
vivace, a volte nostalgico.
E’ necessaria amplificazione
adeguata
Roberta
Bartoletti:
compone; a Roma insegna organetto nella
Scuola di Musiche del Circolo Gianni Bosio e
nell’Associazione Clivis.
Ha fatto parte
dell'orchestra "Bosio Big Band" diretta da
Ambrogio Sparagna.
Si è
interessata a generi musicali diversi; ha
partecipato anche ad un'opera di musica
contemporanea di Giovanni Guaccero, eseguita
al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.
Da alcuni anni collabora, con la pianista e
compositrice jazz Rita Marcotulli, al
“Progetto Truffaut”.
Ha partecipato
a vari concerti in Italia e all’estero.
Annamaria Giordano:
ha studiato canto con Giovanna Marini, Clara
Murtas, Lee Colbert, Sona Anderson.
Ha seguito
seminari di voce e ascolto tenuti da Claudia
Bombardella. Ha collaborato con Teresa De
Sio.
Ha studiato
organetto con Massimo Martucci, Ambrogio
Sparagna, Mario Salvi. Ha fatto parte della
“Bosio Big Band” diretta da Ambrogio
Sparagna, come strumentista e voce,
partecipando a numerosi spettacoli teatrali
e musicali in Italia e all'estero.
Massimo Greco:
polistrumentista (banjo, bouzouki, mandola,
mandolino, concertina). Ha approfondito, nel
corso degli anni, lo studio della musica
irlandese suonando e collaborando in varie
formazioni in Italia ed all’estero; fa
tuttora parte del gruppo Dockside (musica
irlandese).
Nel passato ha suonato nei
gruppi Mandila (musica greca) e Ale Brider
(musica klezmer-balcanica) con i quali ha
registrato due compact disc.
Tra le sue esperienze figura
la partecipazione alle riprese ed alla
colonna sonora del film “Gangs of New York”
di Martin Scorsese.
Giuliano Gangemi:
bassista, chitarrista, compositore,
arrangiatore. Ha frequentato
l'Accademia Filarmonica
Romana e la Scuola Popolare di Musica di
Testaccio.
La sua esperienza spazia dal
rock alla canzone d'autore, dai repertori
tradizionali, al jazz e al pop. Ha lavorato,
tra gli altri, con Mariano De Simone,
Roberto Nicoletti, Nicola Raffone, Raffaele
Mallozzi, Giovanni Guaccero.
Con l’orchestra “Malancia” ha
realizzato le musiche per lo spettacolo
“Elettra riletta.” Ha pubblicato articoli
sulla canzone d’autore italiana e insegnato
chitarra e basso elettrico anche nelle
scuole superiori.
Roberta Bartoletti
e-mail:
rbartoletti13@gmail.com
tel.
06 7845713 - cell. 320 0562305
Anna Maria Giordano
e-mail:
giordano.annamaria@virgilio.it tel. 06 5070200 - cell.
347 5122512 |
|
università del tempo libero
pistoia
piazza monte uliveto
dalle 17 alle 19
PROGETTO PER UN CICLO DI 4
LEZIONI SULLA CANZONE POPOLARE.
Il progetto è destinato agli alunni
del secondo ciclo delle elementari e
della scuola media inferiore.
Può comunque subire delle modifiche
per adattarsi meglio alla
preparazione di base della singola
classe e alla capacità di attenzione
e interesse dei ragazzi.
Supporti didattici
Gli strumenti usati dal vivo dai due
operatori durante il corso sono la
chitarra, l’organetto diatonico, le
voci, e semplici strumenti a
percussione.
Verranno inoltre fatti ascoltare
degli esempi tratti da registrazioni
originali (come la storica campagna
di rilevamento condotta in Italia
dall’etnomusicologo americano Alan
Lomax nel 1954);
rielaborazioni attuali di canti
popolari, musica etnica e world
music. Tutto il materiale è su
supporto digitale: è quindi
necessario disporre di un normale
lettore di CD.
Obiettivi e modalità di svolgimento
Ciascuna lezione può durare da
un’ora e mezzo a due ore, in base
alla programmazione dell’orario
scolastico e all’interesse suscitato
nei ragazzi.
Nel primo incontro si cerca di
definire insieme con la classe cosa
si intende oggi per musica popolare,
anche attraverso il confronto con
altri generi musicali di larga
diffusione (musica classica, musica
pop), che vengono presentati anche
dal vivo con gli strumenti sopra
citati.
Si coinvolgono gli alunni in prima
persona, legando gli argomenti alle
loro esperienze dirette di vita
familiare o quotidiana, con facili
test musicali.
Nel secondo incontro si ripetono
brevemente le nozioni acquisite in
precedenza, per verificare la
necessità di eventuali chiarimenti.
Si fornisce poi una panoramica dei
vari generi del canto popolare,
cercando di sollecitare con esempi
dal vivo la capacità della classe
nel distinguerli.
Si lavora sul testo di alcuni
stornelli, rispetti o ottave, per
incuriosire e giocare con
l’elaborazione di forme metriche,
chiedendo ai ragazzi di provare in
prima persona. Il lavoro sul testo
consente di solito di acquisire con
maggior sicurezza il concetto di
canto popolare; ora i ragazzi si
sentono in grado di condurre una
piccola ricerca a casa, trascrivendo
almeno un canto che possono aver
sentito da nonni, persone anziane,
ecc. e che ritengono classificabile
come canto popolare.
Nel terzo incontro si verifica il
materiale raccolto da ogni singolo
ragazzo; l’esperienza ci consente di
capire anche dal solo testo se si
tratta di materiale tradizionale
toscano o di altre regioni italiane.
Si comincia ad introdurre il
concetto di classificazione, le
metodologie, le finalità. Si lavora
ad approfondire il materiale più
interessante, che dovrà poi essere
registrato dai ragazzi dalla viva
voce dell’informatore. Si ascoltano
varianti del medesimo brano, se da
noi conosciute.
Nel quarto e ultimo incontro si
prosegue nella sistemazione della
ricerca svolta dai ragazzi, con la
finalità di costruire un piccolo
archivio sonoro. L’insegnante della
classe avrà a questo punto a
disposizione nozioni sufficienti per
proseguire il lavoro.
In alternativa alla costituzione
dell’archivio si può far
interpretare ai ragazzi un canto
popolare, armonizzato a una o due
voci accompagnate con gli strumenti
che di solito la classe usa
nell’insegnamento di educazione
musicale. Possiamo fornire sia i
testi che le partiture di molti
canti tradizionali pistoiesi,
toscani e italiani in genere.
Gli operatori
Maurizio Geri: chitarrista e
interprete, ha una vasta conoscenza
del repertorio tradizionale avendo
suonato per anni nella formazione di
Caterina Bueno, la regina della
canzone popolare toscana. Ha inoltre
partecipato alla ricerca
etnomusicologica che si è svolta
sulla Montagna pistoiese nel corso
degli anni ‘70/80. Ha inciso vari CD
con il musicista pistoiese Riccardo
Tesi e con il proprio gruppo, il
Maurizio Geri Swingtet. E’ uno dei
più virtuosi chitarristi europei del
genere manouche. L’ultimo lavoro che
lo ha impegnato sia come esecutore
che come compositore è il CD “Ancora
un ballo”, a cui hanno collaborato
musicisti di livello nazionale come
Niko Gori, Ellade Bandini, e il
cantautore Gianmaria Testa.
Manuela Geri: si è laureata in
etnomusicologia all’Università di
Perugia, con il massimo dei voti e
la lode, relatore prof. Tullio
Seppilli, con una tesi sulle
tradizioni orali della Montagna
pistoiese. Dopo alcune esperienze di
insegnamento nelle scuole medie e
superiori, oggi nell’ambito del
proprio lavoro si occupa
direttamente dell’organizzazione di
un festival di world music e di
sistemi museali.
|
|