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Da: Betsabea 
  tre domande per Carlo
[08-02-2007]  
Caro Carlo.. tre domande:
1) ho visto il vostro sito, voi dite che volete fare“unicamente un lavoro di informazione e di conoscenza della cultura calabrese”… certo non è possibile mettere tutto in rete ma.. vorrei sapere se è realmente possibile usufruire del frutto delle vostre decennali ricerche sul campo. Non parlo delle rielaborazioni ovviamente, di cui tuttavia vai fiero, ma a me (e credo a molti) interesserebbe sapere se avete (o pensate di fare) un bell’archivio serio di tutto questo materiale.. sarebbe cosa sana e giusta oltre che meritoria!

2) A proposito della nostra discussione sulle contaminazioni e sul doversi avvicinare alle altre culture: il video dove canti pizzicarella mi ha fatto venire da piangere.. come mai?
(Nel video subito sopra invece c’è un saltarello -suonato e cantato- spacciato come tarantella calabrese (di Belmonte Calabro)..... ?????.... no comment)

3) Infine, caro Carlo, quando la farai finita a mettere in ogni topic e/o risposta su questo forum una foto o un logo o”una parolina su” Calabria Logos? Ti vogliamo bene anche senza tutte queste markette…


Senza rancor
Patrizia


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[46]   
Da: Calabria Logos 
(Cosenza)
  Re: tre domande per Carlo
[14-02-2007]  
Per Patrizia/Betsabea

Hai aperto la tua discussione ponendomi tre domande in un modo non proprio elegante, ecco perchè ho preferito non risponderti e non lo faccio neanche adesso su tutte e tre.

Cosa dovrei dirti a proposito di un video di CL che ti ha fatto piangere ....? Sono problemi tuoi. Tu, piuttosto, dovresti dirmi il perchè ti ha provocato questo sentimento ... io non so davvero che dire e pensare.

Su un punto ti voglio rispondere (anche perchè la domanda l'hai posta in maniera garbata).
Riporto integralmente quanto chiesto da te: " .... a me (e credo a molti) interesserebbe sapere se avete (o pensate di fare) un bell’archivio serio di tutto questo materiale.. sarebbe cosa sana e giusta oltre che meritoria!".

Premetto che un forum va consultato a 360 gradi per farsi un'idea completa dei partecipanti allo stesso e stabilire il loro grado di preparazione, di passione (e di tollerabilità).
Molte mie idee sulla musica di tradizione orale e sulle contaminazioni musicali le ho già espresse negli argomenti: "Musica etnica, musica minore?" e "Gruppi musicali e contaminazioni".
Cercherò di non ripetere quei concetti. Chi vuole può collegarsi agli argomenti di cui sopra e magari lasciare un post, così riprendiamo questi temi rimasti fermi ormai da tempo!

Diciamo qualcosa, dunque, a riguardo delle mie ricerche (quello che si riesce a dire, naturalmente, in un frangente simile).

Io ho iniziato a raccogliere il materiale folclorico da quando ero ragazzo.
Per me è stato più facile rispetto ad altri in quanto i primi informatori sono stati i miei stessi familiari: mio padre, mia madre, la nonna materna, una zia. Quando mi recavo in paese (Campana, nella Sila Greca, dove si trovano i "Colossi di pietra" - Vedi post di Ronna Paulina -) raccoglievo ulteriore materiale recandomi a far visita ad altri parenti. Portavo con me un vecchio registratore Philips, l'immancabile chitarra ed un blocchetto per gli appunti.

Ho iniziato ad occuparmi di teatro giovanissimo entrando a far parte di una filodrammatica cittadina. Ho composto diverse colonne sonore per importanti lavori teatrali e mi sono cimentato anche nel teatro popolare sia come autore musicale, sia come attore. Credo di aver dato un buon contributo alla crescita del teatro popolare calabrese.

L'attività teatrale intensa è durata più di un ventennio. Nell'anno 2000 decisi di fondare CL e pian piano allentai il mio impegno negli ambienti teatrali.
C'è da dire però che durante gli anni di teatro io coltivavo sempre quella che era la mia grande passione: le tradizioni ed il canto popolare in particolare.
Avevo costituito un Gruppo di ricerca che operava all'interno di un Sodalizio Culturale di Tradizioni Popolari: Il gruppo era composto da: un interlocutore, un cineoperatore, un segretario ed un musicista.
(La parola "etnomusicologi" all'epoca la ignoravamo, però ci comportavamo come tali .... e quindi sono più che d'accordo con te quando sostieni: conta più quello che si fa e non quello che si è ... Vedi Valentino)

Uno studio approfondito sui canti popolari è da ritenersi un’avventura davvero interessante che richiede certamente impegno ma anche una grande passione. Un viaggio stimolante dal quale si esce sicuramente più arricchiti culturalmente ma nello stesso tempo confusi e incapaci di divulgare interamente ciò che si è appreso.
Parlo di una Regione (la mia) in cui gli influssi culturali sono stati tanti ed ognuno ha lasciato la sua impronta: dai greci ai romani, ai bruzi, ai normanni, agli spagnuoli, ai francesi. Lo si capisce dagli innumerevoli dialetti che qui sono presenti e che cambiano da provincia a provincia, da paese a paese, spesso anche quando questi ultimi distano tra loro di pochi chilometri (l'ho già scritto a Ronna Paulina altrove).
In Calabria, le condizioni di vita sono state sempre crudeli a causa dei suoi nemici perenni : l’ignoranza, la schiavitù, la miseria, le malattie, l’emigrazione. Il divario tra cultura “ egemone “ delle classi dominanti e cultura “ subalterna “ delle classi povere, è tutt’ora molto accentuato. E proprio l’analfabetismo è stato il fattore involontario di una trasmissione di tipo “ orale “ dei fatti folclorici che da me, più di ogni altra parte, è cruciale: un qualsiasi oggetto folclorico se non è immediatamente acquisito dalla comunità in cui nasce è destinato a scomparire per sempre. Se viene rifiutato significa che non è stato funzionale alla comunità stessa.

Catalogai i miei lavori (qui riporto solo un estratto chiaramente)

Canti d’amuri

Riprendendo il concetto di “funzionalità” del canto popolare capii come essi sono legati alle varie forme della vita pratica. Essi servono, si può dire, sempre a precisi scopi, e traggono la loro ispirazione, così come la ragione del loro conservarsi e diffondersi, appunto, dalla loro funzionalità.
I canti d’amore non sono altro che la manifestazione di sentimenti e le serenate il mezzo più efficace per poter comunicare questi sentimenti. Negli ambienti agro-pastorali si usa dividere la canzone amorosa in: canti D’AMURI dove la donna è sempre al centro dell’attenzione e ad essa sono dedicati i versi più fantasiosi e delicati. Ad esempio, si usa spesso compararla con i fiori.

‘Oi rosa chi si’ nata ‘a primavera
quannu l’arbiri ‘ncignanu a fioriri
ca tìani l’ùachi ‘ca sù due spere
‘nun mi guardari ‘ca mi fà murìri

quannu camini pari ‘na bannera
e pazzu ‘ppe lu munnu ‘mi fà jiri
iu vìnciri la vùagliu ‘sa primera
‘cussì li peni mia vannu ‘a finiri

( Trad. Rosa che sei nata in primavera / quando gli alberi cominciano a fiorire / perché hai gli occhi che sembrano due lumi / non guardarmi perché mi fai morire / Quando cammini sembri una bandiera / e ramingo per il mondo mi fai andare / io vincere la voglio questa partita / così le mie pene finiranno )

Canti di spartanza

....in canti di SPARTANZA quando i due innamorati sono costretti a separarsi, spesso per motivi indipendenti dalla loro volontà, ma poi spesso ritornano insieme:

‘A quantu tìempu chi c’haju mancatu
puru le rose da finestra sù jurùte
tutte ‘e guagliune che c’haju lassàtu
sù maritate e luntanu sù jute
sulu ‘a guagliuna mia c’haju trovatu
bene de core li ‘nnaju volutu

( Quanto tempo è che son mancato / anche le rose della finestra son fiorite / tutte le bambine che vi ho lasciato / sono sposate e lontano sono andate / solo la mia ragazza ho ritrovato / bene di cuore io le ho voluto )

Canti a rampogna

.....canti a RAMPOGNA quando l’amante viene abbandonatodalla sua bella. A volte, fiducioso, spera che il loro rapporto si possa ristabilire, altre volte come nel canto che segue, accetta con filosofia la situazione che si è venuta a creare, ed orgoglioso, non torna più sui suoi passi ma si muove in altra direzione:

Canti a lagnanza

......canti a LAGNANZA, come dice la stessa parola, è quel canto che esprime l’amante quando si lamenta del comportamento dell’innamorata:

All’aspre pene mie ‘nun c’è la fina
‘nun sacciu quale Diu ca mi mantena
‘a terra chi scarpisu punge ‘e spine
e l’aria si nutriscia di velenu

Chjangìti ùacchi e faciti ‘a lavina
facìti ‘ù chjantu de la Matalena
tannu finiti ùacchi de chjangìre
quannu si finirannu s’aspre pene

( Trad. Alle mie aspre pene non c’è fine / non so quale Dio mi fa vivere / la terra che tocco con le scarpe è irta di spine - che pungono - e l’aria - che respiro - si nutre di veleno / Piangete occhi e riempite il suolo - di lacrime - fate il pianto della Maddalena / allora smetterete occhi di piangere / quando cesseranno queste aspre pene )

Canti di gelosia

......canti di GELOSIA , in cui l’innamorato pretende dalla propria ragazza un comportamento esemplare fino a toccare punte di esasperazione, come nel caso del canto seguente, offrendole, però, tutto se stesso :

Di canti ne ho raccolto a migliaia ... ma ve ne sono alcuni che mi sono entrati nella mente e nel cuore e fanno fatica ad uscirne.

L'attività teatrale ,in alcuni periodi, mi impegnava talmente che quasi mi distraeva dalle ricerche. Ho avuto lunghi periodi di inattività ... fino al 2000, anno della Costituzione dell'Ass. Cult. CL

Il materiale da me raccolto prevede (devo sintetizzare necessariamente):

1) Proverbi - indovinelli - scioglilingua - detti antichi - imprecazioni - bestemmie - soprannomi - racconti popolari ..... etc..etc....

2) Tutta la parte filologica dei canti con particolare attenzione ai simboli ed alle metafore utilizzate nella cultura contadina.
Vi sono canti di ogni tipo. Quelli di ispirazione prevalentemente contadina, legati, cioè, alle scadenze calendariali ( aratura, semina, mietitura, potatura, vendemmia ecc...); e quelli connessi ai riti domestici, alle feste patronali che non hanno solo significato mistico-religioso, ma anche politico e sociale. Inoltre abbiamo canti legati alla nascita, al battesimo, al lavoro, al fidanzamento, al matrimonio, alla morte ed a tutte le altre occasioni dell’esistenza individuale e comunitaria.

3) Musiche eseguite con sole voci (canto processionale - canto di lavoro- lamento funebre - ninna nanna) - Canto con l'accompagnamento di strumenti (zampogna - vedi canto alla zampogna - organetto - chitarra battente - tamburello e tammorra ....... e via dicendo)

4) Combinazioni strumentali e repertori

Tutte queste argomentazioni sono state affrontate con metodo comparativo.
(Es. La "calavrisella" che si canta a Cosenza è diversa dalla versione di Vibo Valentia ....)

E veniamo alla riproposta della musica popolare (che è quello che non piace a Patrizia)

Al faticoso lavoro di ricerca sul campo fa seguito la rielaborazione dei dati raccolti con l’intento di dar vita ad una fase successiva di rivalutazione attraverso la recitazione e il canto, veicoli di crescita spirituale, sociale e culturale. Così capita spesso che alcuni brani vengono completamente stravolti, pur mantenendo echi popolari, ed arricchiti con musiche inedite.

Così facendo, un canto popolare “ funziona “ esclusivamente come punto di partenza.

Tuttavia saper elaborare le melodie popolari è in realtà un lavoro molto difficile e può considerarsi senz’altro pari, se non addirittura più difficile, a quello del compositore di musiche originali.

Non si deve infatti dimenticare che l’essere obbligati a una melodia significa già di per sé vedersi gravemente limitati nella propria libertà, e quindi trovarsi subito di fronte a una prima difficoltà non indifferente. Un’altra difficoltà, poi, consiste nella individuazione dello specifico carattere della melodia popolare, che richiede appunto di essere elaborata pur conservandone la propria tipica fisionomia, cioè dandole il dovuto rilievo. Insomma, per elaborare un canto popolare non serve certo meno ispirazione, come si usa dire, di quanta ne occorra per una qualsiasi altra composizione .
Anche illustri autori come Shakespeare e Moliere non hanno mai scritto una sola opera del loro teatro di cui loro stessi avessero inventato il soggetto. Moliere, addirittura, non solo ricorreva a soggetti altrui ma aveva l’abitudine di copiarne interi versi. E lo stesso vale per Stravinsky, considerato il padre della musica contemporanea; egli, in molte sue opere utilizza temi popolari, come nel caso della sua più famosa composizione “ La sagra della primavera “. Pensiamo anche a Bach. Egli non ha inventato nulla; si è limitato ( si fa per dire ) a riassumere le esperienze di cento e più anni di musica. Tutto il materiale delle sue composizioni era già stato impiegato abbondantemente dai suoi predecessori nei loro lavori.
Ogni artista, infatti, ha il diritto di radicarsi in un’arte precedente, anzi, non solo ne ha il diritto ma addirittura ha il dovere di farlo.

E allora, perché noi non potremmo attribuire anche all’arte popolare il compito di alimentare le nostre radici ? Nelle mani di chi è privo di talento, né la musica popolare né un qualsiasi altro materiale musicale può acquistare importanza. Vale a dire: contro la mancanza di talento non serve appoggiarsi alla musica popolare o ad altre cose. Il risultato, in un caso e nell’altro, sarebbe lo stesso: nulla.

Io assolvo tutti coloro che non fanno opera di puro e semplice ricalco dei canti popolari.
Inoltre bisogna aggiungere che l’informatore, cioè il contadino o il pastore, potrebbe consegnare al raccoglitore un canto già manipolato da altri, e quindi non nella sua forma originaria. Sta al raccoglitore saper valutare se un dato raccolto può essere interessante oppure no, se porta con sé una certa valenza culturale.

Con il gruppo CL NON FACCIO MUSICA POPOLARE ... ma la nostra è una musica d'autore.

Se sono "documentarista" è un conto ... quando faccio l'artista è un altro.

Se volete ascoltare qualche brano, proprio ieri ne ho caricati quattro su myspace.

www.myspace.com/calabrialogos

(Penso che questa marketta me la lasciate passare)

Basta .... non ce la faccio più!

Senza rancor




















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[47]   
Da: Calabria Logos 
(Cosenza)
  Re: tre domande per Carlo
[14-02-2007]  
Nel lungo post di sopra scritto vi sono rimaste alcune ingenue inesattezze.
Accortomi di aver scritto tantissimo ho tagliato alcuni canti, però nelle righe introduttive è rimasta la dicitura "Il canto seguente" .... Poco male!!!!



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[48]   
Da: Calabria Logos 
(Cosenza)
  Re: tre domande per Carlo
[15-02-2007]  
Per Ronna Paulina

Ciao Mascia!
I Colossi di Pietra, siti a Campana (CS), in questi ultimi tempi sono oggetto di un perenne dibattito:

a) Sono opera dell'uomo .... ovvero .... sculture preistoriche ?
b) Oppure è la natura bizzarra che si diverte a concepire simili forme ?

Alle Pietre dell'Incavallicata (è il loro vero nome) si sono interessate diverse trasmissioni televisive a carattere scientifico quali: Leonardo, Gaia etc.... (Lo ripeto per coloro che non hanno letto l'articolo)
Le pietre sono due ... enormi ... maestose!
Una raffigura un elefante .... dovrebbe trattarsi dell'elefante Antiquus, secondo la teoria del mio amico Domenico Canino (architetto con la passione dell'archeologia), l'altra (mutilata) dovrebbe raffigurare un guerriero dalle ginocchia in giù. L'una guarda verso Sibari, l'altra verso Crotone.
Elefante di Pirro? Elefante di Annibale? Elefante Antiquus ... Ancora nulla è stato stabilito!

Non essendo un esperto di archeologia non ho azzardato nessuna teoria ... il discorso l'ho affrontato da un punto di vista antropologico: cosa pensano i Campanesi dei Giganti di Pietra.

Ed ecco che vengono fuori tutte le credenze e le superstizioni. Mia madre ricorda che da bambina la intimorivano dicendo:" Se non stai buona ti faccio mangiare dal Ciclope" Si riferivano ad uno dei due colossi.
Poi c'è la storiella dei due sposini in luna di miele, il sacrificio del bambino, la frittata di uova ... per portare alla luce un antico tesoro nascosto.
Ancora esiste l'usanza di farsi ritrarre ai piedi delle pietre nel giorno delle nozze.
Di riferimenti circa la circumambulazione non ne ho letti, nè sentiti raccontare. Però è molto bello ciò che tu hai descritto. Che assicurassero fecondità è un'ipotesi da tenere presente. Gli sposi sono presenti nella credenza del tesoro come a tutt'oggi vi si recano il giorno del matrimonio.

State per assistere al "ritorno del bombardiere". Il lettore di questo forum, a questo punto, ha il diritto di vederle queste pietre!





I Giganti di pietra







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[49]   
Da: Betsabea 
  Re: tre domande per Carlo
[15-02-2007]  
Caro Luca.. attestazione di stima è una parola grossa, ma sicuramente hai capito (anche da altra frequentazione) che quasi mai c’è astio nei miei sfottò e che sicuramente non volevo attaccare Carlo tout court.. (che cultura che c’ho.. vedi u francisi!?) piuttosto fargli dare una calmata nel suo furoreggiare..

Carlo: la domanda sulla mia propensione al pianto, e quella sullo smettere di markettare etc., erano retoriche, quindi va bene non rispondermi (che cosa ci puoi fare?... per esempio togliere la tarantella calabrese di Belmonte calabro sotto al saltarello..)
Però hai risposto alla domanda vera e quello è l’importante.
Dunque tu hai del materiale (anche audio-video?) circa il tuo “studio approfondito sui canti popolari”, ed io spero che un giorno tu decida di pubblicarlo (=renderlo pubblico), grazie intanto per le trascrizioni.
Di più non posso replicarti chè leggere la tua biografia ha stancato pure me!
; )



ps. ‘Il divario tra cultura “ egemone “ delle classi dominanti e cultura “ subalterna “ delle classi povere, è tutt’ora molto accentuato’

Queste cose di questi tempi è meglio non proclamarle sai?!



ps.2 Mi spiace deludervi ma i Giganti non sono sculture o opere dell'uomo. Non hanno origine antropica, anche se la Soprintendenza ne sarebbe molto contenta. Il dibattito scientifico non esiste se non in campo "giornalistico/istituzionale", è l'analogo di alcuni siti delle Serre calabresi (ex i monoliti di Fabrizia dove per altro oltre ai pilastri sembrerebbero esserci anche architravi).. Non si tratta di fare analisi o indagini (che è da 50 anni che se ne parla: aivoglia a fare analisi..).. di forme strane è pieno il mondo, e le forme (naturali) strane sono sempre state utilizzate a scopo religioso-rituale, da qui le tracce antropiche, i racconti tramandati del'immaginario popolare..




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[50]   
Da: Luca 
(Caserta)
  Re: tre domande per Carlo
[19-02-2007]  
Spero che il piccolo scherzo che ho fatto in questa discussione non abbia in qualche misura ingenerato la situazione che si è verificata oggi nel forum.Se così fosse chiedo scusa agli utenti.

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[51]   
Da:  
  Re: tre domande per Carlo
[12-09-2016]  
ok non vuoi rompere e che azzo vuoi tua sorella non e mai stanca?????come mai

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