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origine e caratteristiche dove si può ascoltare galleria fotografica dove si può vedere due cuori e una battente l'accordatura dove si impara a suonare per saperne di più la distribuzione geografica (in costruzione) dove si può acquistare l'Albo dei Suonatori mercatino e annunci la battente vista da.. |
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maria & carmelo: due cuori e una battente
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Carmelo Iacoi nasce l’11/01/1932 ad Ortiano, una piccola frazione del comune di Longobucco, luogo di contadini e di pastori, un luogo in cui la povertà e la miseria della gente in quel periodo aveva raggiunto livelli massimi. Vive una infanzia non molto bella , non solo per i motivi detti sopra ma soprattutto perché orfano di madre. Il padre, pastore, spesso in giro con il gregge non gli dedica molto affetto e altrettanto fanno le persone che bene o male lo hanno allevato. All’età di nove anni già pascola il gregge e nelle lunghe giornate, passate dietro gli animali, ammazza il tempo costruendosi piccoli giocattoli in legno con il coltellino che sempre aveva dietro. In breve tempo diventa talmente bravo a lavorare il legno che addirittura inizia a costruire oggetti molto sofisticato come mestoli, cucchiai, scodelle e anche piccoli strumenti a fiato che riesce a suonare con una facilità estrema. Inizia successivamente a strimpellare di nascosto una vecchia chitarra battente del padre, che teneva gelosamente custodita, all’epoca era lo strumento musicale più conosciuto ed apprezzato, era lo strumento con cui si facevano le serenate per conquistare il cuore dell’amata, ma non solo, infatti spesso nelle feste di paese chitarra battente, mandolino e fisarmonica la facevano da padrone alimentando le danze dei partecipanti fino all’alba. Qui l’impresa di imparare la chitarra battente si rileva assai difficoltosa, infatti è questo uno strumento assai particolare. Si discosta molto sia per la struttura sia per la tecnica di suona dalle comuni chitarre, la difficoltà più grossa si può dire che è rappresentata nella fase di accordo dello strumento, qui si richiede un orecchio particolarmente sviluppato nel percepire la differenza, impercettibile ad un orecchio non allenato, di tonalità delle nove corde che compongono lo strumento e che sono, e questa è una prima particolarità, tutte uguali. Le corde di metallo, tutte uguali, sono estremamente sottili, di conseguenza riproduco solo suoni acuti, in questo strumento in pratica, a differenza delle altre chitarre, mancano i suoni bassi che vengono riprodotti nelle comuni chitarre dalle corde con diametro più elevato. Il fatto che le corde siano uguali determina quindi una elevata complessità della tecnica di accordo, di fatto le corde vengono modulate su diverse tonalità in modo tale che con due semplici accordi si possa eseguire, con questo strumento, un qualsiasi pezzo, compresi quelli moderni. Ovviamente da quanto detto appare evidente che la difficoltà si esplica nel portare le corde alla tonalità giusta, cosa che richiede molto tempo specie se lo strumento è esposto a sbalzi di temperatura e umidità. Temperatura e umidità infatti provocano minimissime deformazioni del sottilissimo legno di cui è formata l’ampia cassa armonica di cui è dotato lo strumento, provocando quindi distorsioni nel suono e di conseguenza l’impossibilità di pervenire ad una accordatura sufficientemente buona per potere utilizzare lo strumento stesso, cosa che non sempre accade. Ci vuole quindi un orecchio finissimo per poter accordare la chitarra battente, tale caratteristica il suonatore la acquisisce e la perfeziona nel tempo, che spesso è particolarmente lungo, si parla di anni di esperienza, per tale motivo all’epoca la chitarra battente pur essendo uno strumento amato da molti erano in pochi a saperlo suonare. Oltre alla fase dell’accordatura presenta non poche difficoltà la fase dell’esecuzione vera e propria, difficoltà che si riscontra, a differenza delle chitarre comuni, non tanto sulla tastiera e quindi sulla presa degli accordi, che come abbiamo detto sono sostanzialmente due (probabilmente un DO + e un SOL 7 +), ma sulla cassa armonica. In altre parole sembrerebbe, per quanto detto, che la chitarra battente riproduce solo suoni acuti per via delle corde uguali e sottilissime di metallo, così però non è affatto. In realtà un’altra peculiarità di questo strumento, da cui deriva il suo nome “battente”, è la tecnica con cui la mano mette le corde in vibrazione sulla cassa armonica facendo emergere i suoni bassi per rimbombo. Ovviamente anche in questo caso la tecnica giusta, della mano che si muove sulla cassa armonica per produrre rimbombo e quindi suoni bassi, viene acquisita solo con molta pratica e costanza nel tempo. Nonostante queste inevitabili difficoltà iniziali, Carmelo in tempi relativamente brevi diventa un ottimo “sonaturu” di chitarra battente conosciutissimo a Longobucco e comuni limitrofi. Fa di questa sua passione quasi un’attività, infatti spessissimo viene chiamato per suonare a feste private dove rimedia un pasto, per fare serenate, per feste di paese. Questa sua specie di attività, piuttosto anomala per l’epoca gli fecero rimediare l’appellativo di “vacabbunnu”, di nulla facente. Intanto grazie alle sue serenate, che erano vere e proprie dichiarazioni d’amore, su richiesta, e che lo portavano dopo ore ed ore di cammino da un paese all’altro, molti che lo contattavano per questo tipo di servizio riuscivano a raggiungere lo scopo, cioè riuscivano od ottenere la mano della persona amata. All’epoca infatti la serenata costituiva la strada più semplice per chiedere la mano di una donna, in pratica si andava di notte presso l’abitazione dell’amata e gli si cantava una canzone il cui testo molto spesso era rivolto non solo all’amata ma anche ai genitori di lei affinché fossero consenzienti nel concedere la mano della figlia. I testi delle canzoni, e queste è un’altra particolarità, in realtà non sono quasi mai testi scritti, ciò significa che si tramandano di generazione in generazioni per memoria. Ne consegue che l’origine è ignota, cosi come è ignoto l’autore, quello che si sa, con relativa certezza e che alcuni di questi testi non scritti hanno origini antichissime. Di fatto questo lo si può dedurre dal racconto delle pochissime persone, che ancora oggi conoscono qualche canzone di questo tipo. In tali racconti emerge la modalità con cui la conoscenza si tramanda: “a mamma mia mentra faticava cantava sa canzuna, idda si lavia imparata e ra mamma ranna”. Il cantante, detto in dialetto “u cantaturu” di questi testi deve possedere una abilità particolare. I testi sono composti da solo quattro, massimo cinque strofe , dette “stanze”,in pratica corrispondenti a quattro, cinque frasi. Da ciò si potrebbe dedurre che sono canzoni che durano pochissimo, in realtà così non è, la durata media di una canzone è di sei minuti, ma può arrivare a durare anche molto di più, ciò dipende per l’appunto dall’abilità del cantante. In pratica ogni canzone richiede due cantanti, il primo canta il testo così com’è, il secondo serve a fare la così detta “vutata” ossia una sorta di risposta al primo cantante. Tale risposta pur rimanendo in linea con il testo principale della canzone è ampiamente discrezionale, cioè il secondo cantante, sul momento inventa di sana pianta, dei nuovi versi in rima Ed è proprio questa capacità di inventare, che fanno del cantante di chitarra battente, un buon “cantaturu”, in altre parole si può dire che tali testi forniscono la linea guida su cui inventare nuove frasi ad effetto, dipendenti molto spesso anche dal contesto in cui viene eseguita la canzone, ad esempio se ci si trova a casa di amici il cantante troverà il modo di esprimere cantando il ringraziamento per l’invito, per la buona cena, per il buon vino e via di seguito. Spesso accade che l’improvvisazione è talmente perfetta e bella, che finisce per essere ricordata e ripresa durante l’esecuzione successiva della stessa canzone, diventando una “vutata” che rimane parte integrante di quel testo. Ma non solo accade anche che l’improvvisazione è talmente lunga ed azzeccata da diventare la “vutata” stessa una canzone a se stante, cioè una canzone che nasce nella canzone, fino a divenire una canzone nuova separata . È molto probabile che questo meccanismo sia alla base della nascita di tutte questo tipo di canzoni, che vengono tramandate per memoria. C’è da ricordare infatti che qui si parla di contadini, di pastori cioè di povera gente che allietava i pochi momenti di riposo, spesso la sera , con l’unico mezzo disponibile di svago, la chitarra battente per l’appunto, l’analfabetismo era la regola e di conseguenza per necessità la memoria sostituiva la scrittura. Carmelo oltre ad essere un ottimo “sanaturo” era anche un ottimo “cantaturu”, di fatto “caccia”, ossia inventa numerose canzoni, questa volta però spesso studiate a tavolino, con la sua prima elementare infatti acquisisce la capacità di scrivere e sfrutta, per l’appunto, questa sua capacità per scrivere nuove canzoni. Famosa è la canzone che inventò per la sua amata che dopo molte serenate, alcune delle quali finite con una fuga per via della ostilità dei genitori di lei che non lo vedevano di buon occhio, riuscì a conquistare e a sposare. Perri Maria (nata a Longobucco il 22-02-1938) anche lei smisuratamente appassionata di chitarra battente, diviene la compagna di Carmelo nella vita ed anche nell’attività canora. In breve tempo diviene una ottima “cantatura” di chitarra battente, conosciuta ed apprezzata, specie in tempi più recenti. Di fatto con la comparsa del radio registratore, anche in questi luoghi, molti si dotano di questo strumento e molti appassionati di chitarra battente iniziano le prime registrazioni. In particolare gli amici “sonaturi” spesso si recano a casa di Carmelo e Maria registrando numerose MC che rapidamente si diffondono tra gli appassionati grazie alle numerose copie che ne vengono fatte. Sempre più spesso sono invitati a feste organizzate dal comune e a partecipare a gare canore per chitarra battente che sempre vincono. Spicca la loro partecipazione a trasmissioni televisive locali, in particolare canale 57, che per lungo tempo manda in onda una loro partecipazione ad una festa organizzata dalla comunità montana nella sede di Rossano. Arriva anche l’invito nel 1994 dal sindaco del comune di Longobucco a partecipare alla trasmissione televisiva di RAI 1 (uno mattina), in cui il sindaco insieme ad una delegazione promuove il suo comune con i suoi prodotti tipici e le sue tradizioni, partecipazione mancata da Carmelo, con la sua chitarra battente, per motivi di salute. Scrive numerose canzoni che raccontano della vita e delle vicende personali di alcuni compaesani, vicende a volte drammatiche, che però seppe raccontare in modo ironico, tutt’oggi molto conosciute e spesso ricordate allegramente dalla gente che incontra per strada Nel 1985 scrive una canzone dal contenuto strettamente politico, in particolare mette in evidenza l’inefficienza della allora attuale giunta comunale, canzone che venne censurata per un lungo periodo di tempo, infatti in quel periodo si dovevano svolgere le elezioni del nuovo sindaco del comune di Longobucco. Dr. Iacoi Salvatore
clicca qui per ascoltare Carmelo: chitarra battente e voce, Giuseppe: seconda voce clicca qui per vedere il video di Maria & Carmelo ALCUNI TESTI:
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