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la musica degli ignoranti
 

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la battente vista da..

Silvio Trotta

 

 
 

Come e quando ti sei imbattuto per la prima volta nella chitarra battente

Ho scoperto la cosiddetta “musica popolare” nel 1975 quando mi ha folgorato l’ascolto di alcuni brani della Nuova Compagnia di Canto Popolare ed in quel momento ho sentito (su disco) la prima chitarra battente, in particola in  Tarantella del Gargano (Lo Guarracino - Ricordi 1972).

In quella occasione che cosa ha attirato il tuo interesse

Suonavo già la chitarra e il basso e il suono degli strumenti a corda in genere destava subito un mio grande interesse, figuriamoci un suono così nuovo! Non era una chitarra classica, non era una folk, sembrava un 12 corde ma era più morbida, insomma impazzivo per cercare di capire come riprodurlo. Bisogna tenere presente che a quei tempi non c’erano stage o seminari, se eri fortunato potevi vedere lo strumento in qualche concerto, da lontano e capivi ben poco della forma, dei legni delle corde e figuriamoci dell’accordatura!

Nel tuo percorso di apprendimento c’è stato un momento in cui si è verificata una svolta ?

Mah, come dicevo prima non esisteva nessuno che ti poteva dire come si suonava e che cosa ci si suonava, ascoltai il disco “La chitarra battente in Calabria”  di Roberta Tucci e Antonello Ricci, guardai attentamente per decine di concerti la mano destra e le figure ritmiche che eseguiva Eugenio Bennato e piano piano mi feci un’idea generale sulle possibilità sonore dello strumento che, però, non avevo! E, come hanno poi fatto in molti, presi una Eko 12 corde e ci misi i cinque cori della battente. Il suono era piacevole e per anni ho suonato quella, ci ho anche inciso il mio primo disco con i Musicanti.

Come sei entrato in possesso della tua prima battente ? hai trovato difficoltà a reperirla ?

Nel 1984 trovandomi in vacanza in Calabria a Crotone vidi in un negozio di strumenti musicali una chitarra battente della ditta Melody e quella fu finalmente la mia prima chitarra battente. Niente di speciale, ma mi sembrò un sogno già solo il fatto di averla trovata! Le alternative non erano molte anzi, per quanto ne sapevo, c’era solo la possibilità di andare dai liutai De Bonis a Bisignano (CS) e comprare qualcosa di serio, ma sia  la distanza da Roma sia le economie non me lo permettevano. Poi dopo alcuni anni questo sogno si realizzò: fui accolto da una anziana signora che ci offrì subito un caffè, poi entrammo nel laboratorio emozionati e mi si aprì in cuore. Acquistai un modello che era pronto costruito da Costantino De Bonis, che alla mia domanda “maestro come si suona?” mi rispose “ognuno la suona come vuole!” da quel momento avevo una vera chitarra battente. Poi negli anni novanta  ho conosciuto il liutaio Pasquale Scala di Praiano (SA) e lui mi ha costruito un bellissimo modello cilentano che suono ancora oggi sia in concerto che nelle registrazioni.

C’è stato qualcuno che ti ha trasmesso la sua passione, le sue esperienze o al quale ti sei rifatto come modello di riferimento ?

La passione per questo strumento che ho trovato nell’amico musicista Maurizio Cuzzocrea mi ha contagiato e non poco ma, come dicevo prima, per poter imparare bisognava ascoltare suonatori tradizionali e/o musicisti che riproponevano musica tradizionale e rubare con gli occhi. E così ho ammirato tanti e tanti suonatori ma uno mi ha colpito in particolare Salvatore Megna, bravissimo!

Hai trovato utile qualche testo, libro, pubblicazione, cd ecc.. ?

Utile è stato il libro già citato di Roberta Tucci e Antonello Ricci “La chitarra battente in Calabria”, interessante, soprattutto per un molisano, l’articolo di Mauro Gioielli, "La chitarra battente nel Molise", su Utriculus.

Quanto ha contato per te la musica di tradizione o il rapporto con qualche “portatore” della tradizione

Ho passato 35 anni a ricercare e riproporre musica tradizionale e solo il contatto diretto con i suonatori e i cantori ha dato significato a questa mia passione. Senza il rapporto diretto puoi suonare, anche bene, ma non sai cosa stai suonando. Le registrazioni sul campo in Molise e nel Lazio, gli incontri con la memoria musicale di quelle zone e i contesti in cui si sviluppa quel tipo di musica. I riti dei contadini e degli artigiani, i loro canti che segnano lo scorrere del tempo, i loro strumenti arcaici, ecco, in questi repertori c’è un valore che va oltre la semplicità della loro struttura musicale spesso scarna e quasi banale.

Ritieni che oggi nel tuo modo di usare lo strumento tu abbia sviluppato una impronta assolutamente personale ? 

Suonando in varie formazioni ho avuto l’esigenza di adeguare il suono della chitarra battente a repertori diversi e a contesti musicali che filologicamente non l’avrebbero prevista. Per cui spesso la uso con l’arpeggio con effetti simili a un clavicembalo (con i Viulàn) oppure in repertori rinascimentali (con Riccardo Marasco) dove ho avuto l’opportunità di suonare una meravigliosa chitarra battente originale del 1600 e ci ho registrato il CD “Pace non più guerra”. Chiaramente con i Musicanti del Piccolo Borgo suono alla maniera più tradizionale dovendo accompagnare melodie tipiche del centromeridione.

La tua terra, le tue origini, la tua cultura, quanta parte hanno oggi nell’uso che fai dello strumento ?

La mia terra, il Molise è importantissima per ogni nota che suono per cui c’è anche nel rapporto con lo strumento, ho inserito in tanti brani molisani la chitarra battente senza averne mai vista una in Molise, poi il mio amico Mauro Gioielli ha documentato invece la sua presenza nella nostra terra in tempi passati e questo mi ha rincuorato. In effetti se pochi chilometri più giù, nel Gargano, c’è una delle più grandi tradizioni di brani per chitarra battente come era possibile che da noi non fosse arrivata almeno l’eco? La mia cultura, ma soprattutto la mia esperienza non mi hanno mai fatto sentire in errore nell’uso di questo strumento anzi sono contento di aver destato sempre interesse all’ascoltatore.

Possiedi una sola chitarra battente ? Sei affezionato ad uno strumento in particolare ?

Posseggo 3 strumenti, uno della ditta Melody, un modello calabrese di Costantino De Bonis che però è stato danneggiato in aereo durante un tour in Spagna e quindi è stato completamente restaurato, magistralmente, da Andrea Sibilio liutaio di Alessandria, ed infine la preferita, un modello cilentano di Pasquale Scala.

Ti è mai balenata l’idea di costruirtene una ? hai consultato qualche testo o qualcuno ti ha aiutato o dato delle indicazioni ?

No

Il tuo rapporto con il liutaio ti ha trasmesso qualcosa oltre a fornirti lo strumento ?

E’ un mestiere meraviglioso e ho passato qualche mezza giornata a guardare ed ammirare Pasquale Scala. Quello che ti trasmette è soprattutto il cuore che ci mette in quello che fa quando poi hai il suo strumento in mano non puoi non aggiungere altro cuore suonando e così… si fa la musica!

Hai avviato qualcuno all’uso dello strumento trasmettendogli la tua esperienza, i tuoi insegnamenti o la tua passione ?

Si, un cantante toscano Claudio Bigliazzi, con il quale condivido un progetto di musica toscana, ha voluto imparare le basi della chitarra battente e ha poi acquistato una chitarra di Alfonso.

Hai mai suonato in pubblico ? raccontami le impressioni della tua prima volta

Si, da molti anni faccio il musicista. La prima volta a Roma all’Oratorio con i Musicanti  esordimmo con “Madonna delle Grazie” e…quanto avremmo voluto avere una chitarra battente. Per la cronaca era il 1975!

Se usi lo strumento in pubblico c’è un tipo di manifestazione alla quale ti piace partecipare più di un’altra ?

Si, uso la chitarra battente in quasi tutte le formazioni con cui suono, e in particolare mi piace suonare dove esiste l’ascolto. Manifestazioni che diano gli spazi giusti e attrezzati, con service competenti e, possibilmente con pubblico attento, e critico. Poi in particolare mi piace portare la musica tradizionale con concerti nei luoghi oggetto della nostra ricerca “sul campo”, lì puoi vedere negli occhi degli anziani l’orgoglio della loro memoria e del loro patrimonio.

prediligi l’uso dello strumento come accompagnamento al canto, come accompagnamento alla danza oppure come strumento melodico/solista ?

come accompagnamento al canto.

con quali altri strumenti prediligi suonare in assoluto ? qual è per te la formazione ideale ?

formazione ideale: organetto, piffero, zampogna, bufù, tamburello, battente e…una voce che riesca a venire fuori!!!

l’uso della chitarra battente ti ha avvicinato a qualche altro strumento ?

Non in particolare

hai mai avvertito l’esigenza di creare una composizione musicale personale ?

Si varie volte, ma l’ho poi sempre inserita all’interno di una brano più complesso suonato con il gruppo.

qualcosa che non ti ho chiesto e che ritieni importante dire.

E’ importante dire questo: grazie di esserci caro Alfonso!  Ho avuto modo di conoscerti al Festival di Arezzo (Pifferi, muse e zampogne), dove sarai sempre gradito ospite, e ho sempre apprezzato la tua passione e la tua competenza. Un grande abbraccio.

 

                                                                                                                                 Silvio Trotta

grazie Silvio, e buone suonate !

Alfonso

 

 

Silvio Trotta 
nato a Capracotta (IS) nel  1957 da giovanissimo si avvicina allo  studio degli strumenti a corda. Nel 1976 inizia ad occuparsi di musica etnica apprendendo le tecniche esecutive dei cordofoni tradizionali italiani, in particolare del mandolino e della chitarra battente.
Fondatore dello storico gruppo "Musicanti del Piccolo Borgo" collabora da  trent'anni con molti musicisti della world music italiana tra cui i Viulan, Riccardo Marasco, Jessica Lombardi, Claudia Bombardella,  Triotresca. Ha all'attivo la partecipazione ai più importanti festival nazionali e internazionali di musica etnica e vanta numerose incisioni discografiche nel settore.
E' direttore artistico del festival di musica etnica "Pifferi, muse e zampogne" di Arezzo. Nel 2007 riceve il Premio "Gritti" per l'impegno e l'opera svolta a favore della musica popolare tradizionale del centro e del sud Italia. Il premio si assegna dal 1991 ed è stato ideato dagli organizzatori del Festival "Isola Folk" di Suisio (BG).
 
Recapiti
Tel. 338 2132607
mdpb@libero.it
www.musicantidelpiccoloborgo.it
www.myspace.com/musicantidelpiccoloborgo
 
Discografia:
 
con I Musicanti del Piccolo Borgo
Musicanti del Piccolo Borgo (1980) 
Pacienza nenna mia (1994)
Canti e ritmi dell’Appennino (1997)Folk Studio – Avvenimenti
Musicanti del Piccolo Borgo (2000) Teatro del Sole
Fiore de tutti i fiori (2001) Teatro del Sole
Stella Cometa (2002)
MusicaMusicanti (2003) Radici Music Records
Ecchite maje (2009) Radici Music Records
 
con Riccardo Marasco
Pace non più guerra (1997) – Birba Ed.
Riccardo Marasco 2000 Live in Piazza Santa Croce (2000) Birba Ed.
Bacione a Firenze (2005) – Birba Ed.
 
con Jessica Lombardi
Passi verso Nord (2002)

con i Viulan
Live (2005) – Radici Music Records
 
con TrioTresca
Umpa Umpa (2007)
 
con Ensemble di Claudia Bombardella
Un mondo fra le mani (2008) Radici Music Records
 
è ospite nei CD
“Cantanta di Natale” di Nando Citarella (2007) Radici Music Records
”In dote” di Jessica Lombardi (2007) Radici Music Records
“Popolo de lu paese” di Antidotum Tarantulae (2008) Materiali Sonori
“La finestra dell’ultimo piano” di Paroplapi (2005) Radici Music Records
“L’amore con l’amore si paga” (2002) Edizioni Medusa per Emergency
 

 

 
 

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