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la musica degli ignoranti
 

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la battente vista da..

    Salvatore Pugliese

 

 

-          - Come e quando ti sei imbattuto per la prima volta nella chitarra battente

      la prima volta che mi sono imbattuto in una chitarra battente è stato circa cinquant’anni fa, all’età di quattro anni, con mia Nonna materna  Veneranda,  andavo  in un Casino di Campagna del mio paese,   dove la sera  dopo  una giornata dura di lavoro, essendoci  operai  e raccoglitrici di ulive, del Dottore Passavanti Francesco Medico e Signore latifondista di Pietrapaola (CS) paese sito nel territorio della Sila greca Cosentina davanti  ad un grande falò si suonava e cantava e si ballava al suono della chitarra battente (quattro corde con lo scordo).

      - In quella occasione che cosa ha attirato il tuo interesse

-         In quella occasione ha attirato il mio interesse la particolarità dello strumento, essendo a fondo bombato e soprattutto quello che essa trasmetteva a tutte quelle persone, fino a pochi minuti prima,  tristi e affaticati è subito con l’inizio della musica il loro volto si illuminava di  gioia e felicità.

      - Nel tuo percorso di apprendimento c’è stato un momento in cui si è verificata una svolta ?

-         Si è stato quanto diventato amministratore pubblico ho conosciuto  degli anziani di Rossano-Longobucco,  paesi sempre della Sila Greca che mi hanno fatto riaccendere la passione e soprattutto successivamente la conoscenza di Luigi Nigro di Rossano pastore, Costruttore di Surduline e suonatore di chitarra battente.

      - Come sei entrato in possesso della tua prima battente ? hai trovato difficoltà a reperirla ? 

-         La prima battente l’ho appresa da un anziano del mio paese che si chiamava Carmine Scarcella e solo negli anni 2000 ho acquistato la prima chitarra battente dal Maestro Costantino De Bonis  recatomi  a Bisignano (CS),  accompagnato dal mio amico Luigi Nigro  con il quale abbiamo scelto il modello e ordinato lo strumento poi consegnatemi dal maestro circa due mesi dopo.

      - C’è stato qualcuno che ti ha trasmesso la sua passione, le sue esperienze o al quale ti sei rifatto come modello di riferimento ? Hai trovato utile qualche testo, libro, pubblicazione, cd ecc.. ?

-         Si ho trovato utile tanti testi scritti da autorevole persone ma soprattutto e stato ed è importante suonare e cantare e ascoltare  con gli anziani  Vaglica Domenico  di Rossano detto : “zu micuzzo di tavularu”, Domenico Graziano  e soprattutto   Luigi Nigro .

      - Quanto ha contato per te la musica di tradizione o il rapporto con qualche “portatore” della tradizione

-         È’ Stato ed è  importante il contatto periodico con queste persone, perché quanto si è  in loro compagnia e come fare un tuffo nel passato,  persone umile ma ricche di Valori di ogni genere, persone sincere, l eali     amici veri,   cioè quelli di una volta che adesso è raro trovarli.

      - Ritieni che oggi nel tuo modo di usare lo strumento tu abbia sviluppato una impronta assolutamente personale ? 

-         Si c’è un’impronta personale nel l’uso dello strumento ,ma c’è anche la tecnica  acquisita nel confrontarmi spesso, con questi ultimi testimoni di una tradizione che purtroppo si stava perdendo.

      - La tua terra, le tue origini, la tua cultura, quanta parte hanno oggi nell’uso che fai dello strumento ?

-         Facendo parte di un territorio, che  è appunto una fonte  di ricchezza, di cultura e tradizioni popolari, sicuramente insieme ad altre del Meridione penso veramente uniche.  Il modo di suonare delle nostre chitarre battente è davvero particolare ( era un  vero e proprio un mezzo di comunicazione)  le mie origini la mia cultura,  molto vicina al mondo contadino,  hanno creato quel valore aggiunto  di emozioni che lo strumento trasmette,  se hai avuto il piacere di approfondirlo nella conoscenza.

      - Possiedi una sola chitarra battente ? Sei affezionato ad uno strumento in particolare

-         Si possiedo due chitarre battenti,  una Rustica artigianale molto antica e l’altra appunto costruita dal Maestro De Bonis ,  alle quali sono molto affezionato e sono tutte due  a quattro corde di cui qualcuna raddoppiate e con lo scordo,  suono al cosiddetto modo alla “lonnovucchisa”  il modo più famoso de nostro territorio,  ma conosco anche altri tipi di suonate , sempre relative ai paesi del nostro territorio.

- Ti è mai balenata l’idea di costruirtene una ? hai consultato qualche testo o qualcuno ti ha aiutato o dato delle indicazioni ?

-         No non mi è mai palesato l’idea di costruirne una,  penso non ne sarei capace ma piacerebbe molto.

      - Il tuo rapporto con il liutaio ti ha trasmesso qualcosa oltre a fornirti lo strumento ?

-         Il rapporto con il liutaio è stato particolare, Costantino De bonis è una persona eccezionale, mi ha trasmesso tanto, ogni incontro diventa un momento particolare, proprio come succede con gli anziani testimoni suonatori, soprattutto mi ha colpito la sua umiltà e la sua originalità, veramente cose di altri tempi.

       Sto cercando di trasmettere la mia passione ai miei figli ed ai giovani, anche se è  difficile, per colpa delle scuole e dalla regione Calabria che ha investito poco nel valorizzare la cultura musicale,  i nostri figli,  non si sentono orgogliosi di appartenere ad una regione ricca di storia e di civiltà e per colpa un po di tutti, non si sentono  orgogliosi  dei  nostri antenati,  che erano persone veramente eccezionali.

      - Hai mai suonato in pubblico ? raccontami le impressioni della tua prima volta

-         Si ho suonato spesso in pubblico gratuitamente e con gli amici, l’emozione della prima volte è stata grande   ma  quella veramente eccezionale e con la pelle d’oca,  me l’hanno trasmesso  i bambini , quanto invitato dal preside, mi sono esibito  nella scuola dell’obbligo con loro  protagonisti coinvolgendoli nel canto,  veramente una esperienza unica.

      - Se usi lo strumento in pubblico c’è un tipo di manifestazione alla quale ti piace partecipare più di un’altra ?

-         Si suono in pubblico solo per far conoscere ed apprezzare la musica popolare e cercare di fare apprezzare  la chitarra battente nelle  vari serate  che si promuovono   prodotti  tipici, la cultura e la tradizione calabresi appunto nelle scuole, nella presentazioni di libri, nei carceri, nelle case di cura ecc.

      - prediligi l’uso dello strumento come accompagnamento al canto, come accompagnamento alla danza oppure come strumento melodico/solista ?      

-         Non essendo un musicista professionista, occupandomi d’ altro nella vita, essendo partito appunto dal piccolo, dalle serate con amici,  mi piace un pò tutto l’importante è restare sempre con i piedi per terra e far capire a tutti che io voglio tramettere passione, far conoscere testi antichi,  ecc. nel limite delle mie possibilità.

      - assieme a quali altri strumenti prediligi suonare la battente ? qual è per te la formazione ideale?

-         La chitarra battente ultima generazione ( cinque corde doppie) si può abbinare a tutti gli strumenti folk  tradizionali . Io penso che   l’abbinamento ideale sia  con:  chitarra folk,  tamburello,   Zucu-Zucu  (tamburro a frizione) organetto diatonico,  i vari flauti particolarmente i cosiddetti  frischetti  in canna  ecc. e con intermezzi della  zampogna .

      - l’uso della chitarra battente ti ha avvicinato a qualche altro strumento ?

-         L’uso della chitarra battente mi ha avvicinato alla zampogna-Surdulina  tamburello Organetto diatonico e armonica a bocca.

      - hai mai avvertito l’esigenza di creare una composizione musicale personale ?

-         Si ho avuto l’esigenza di creare gruppi musicali , soprattutto  con i bambini,  perché penso, che il ruolo più importante,  della nostra generazione ,  sia    far conoscere ed apprezzare,  questi strumenti  ai giovani,  perché è  solo per colpa nostra  (generazione esterofila),  se questi sono  stati  svalorizzati e da tanti  disprezzati e  ignorati.

-         Penso che l’intervista  sia completa,  grazie per avermela proposta,   penso che  le  tua iniziative siano da stimolo  per tutti,  per continuare  la nostra passione, per   recuperare più possibile l’immenso patrimonio culturale,  che appunto ,  per colpa di una generazione,   che si è persa nel materialismo totale,  perdendo di vista i  veri valori della vita e quindi la propria Identità.

           

   Pietrapaola (CS),                                                                                          Salvatore Pugliese 

 

Grazie Salvatore, e buone suonate !

Alfonso

 

 

 

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