Come e quando ti sei
imbattuto per la prima volta nella chitarra battente
Avevo 17 anni quando
ad un festival di musica popolare vidi suonare questo strumento che
già avevo ascoltando in alcuni dischi che avevo in casa.
In quella occasione
che cosa ha attirato il tuo interesse
Il suo suono aspro ma
pieno e la tecnica adoperata per riprodurre la terzina, io poi
adoravo cimentarmi in tecniche della mano destra.
Nel tuo percorso di
apprendimento c’è stato un momento in cui si è verificata una svolta
?
Si, quando ho
incontrato il Maestro Marcello Vitale che mi ha guidato al
tocco, che poi , a mio avviso, è quello che ti da una
personalità musicale, rispetto alla tecnica…
Come sei entrato in
possesso della tua prima battente ? hai trovato difficoltà a
reperirla ?
No, sono Nato a
Napoli e lavoro qui. Dunque benché non sia uno strumento tipicamente
napoletano sicuramente Napoli è più fornita di liutai che si
cimentano nella costruzione di chitarre battenti rispetto a
Bergamo!Infatti la prima chitarra battente che entrò in casa fu
costruita da Mario Vorraro, liutaio noto a Napoli.
C’è stato qualcuno
che ti ha trasmesso la sua passione, le sue esperienze o al quale ti
sei rifatto come modello di riferimento ?
Mio fratello ha
suonato per anni nel gruppo di musica popolare La Moresca, questo
più una genetica tradizione d’amore per le sonorità del Sud Italia
hanno fatto nascere in me la voglia di appassionarmi a questo
strumento.
Hai trovato utile
qualche testo, libro, pubblicazione, cd ecc.. ?
A dire il vero non ho
mai fatto uso di compendi, nè credo esistano o forse non ne sono
informato…di cd al contrario ne ho consumati parecchi per assorbire
la tecnica.
Quanto ha contato per
te la musica di tradizione o il rapporto con qualche “portatore”
della tradizione
Questa domanda
richiederebbe una lunga risposta che culminerebbe in un qualcosa a
metà tra un trattato di antropologia musicale ed una polemica
personale. Per non annoiare nessuno mi limiterò a dire che dalle mie
parti si nasce con la tradizione e si “vive”
dimenticandola…mettiamola così.. Questo è successo e continua ad
accadere. La prova è data da come si comportano alcuni illustri
musicisti e gli enti che stanno alle loro spalle.
E mi fermo qui.
La tradizione è un
elemento importantissimo, va bene la contaminazione ma occhio che
essa non offuschi le basi. Per la serie… suoniamo la battente anche
in altri generi musicali, ma dopo aver appreso bene il suo di
contesto nativo.
Ritieni che oggi nel
tuo modo di usare lo strumento tu abbia sviluppato una impronta
assolutamente personale ?
Credo di si, ma
chissà se domani un ulteriore incontro non apra una nuova finestra.
La tua terra, le tue
origini, la tua cultura, quanta parte hanno oggi nell’uso che fai
dello strumento ?
In questa risposta
non posso omettere un fondamentale premessa.
Andiamo per ordine.
Musicalmente mi sono formato come chitarrista classico esperto
nell’uso delle tecniche del Sud America. Questo unito alla passione
per la musica popolare del Sud Italia ha generato naturalmente un’
ulteriore forma di utilizzare la chitarra battente. Del resto la
musica cosiddetta “de ida y vuelta” contempla l’uso di strumenti e
sonorità che partivano dalla Spagna e dal Portogallo (dunque
dall’Europa e dall’Oriente) e si incontravano con forme e strumenti
musicali precolombini. Questo fenomeno comincia dal ‘600 e si
protrae fino alla metà del secolo scorso.
Io stesso ho più
volte suonato in varie zone del Sud America la chitarra battente,
suscitando un’ enorme stupore data la poca conoscenza che si ha di
questo strumento da quelle parti.
Dunque se pure la mia
cultura e le mie origini hanno fatto da mamma per l’uso e la
conoscenza di questo strumento, ho personalmente fatto
“viaggiare”queste sonorità e queste tecniche attraverso altre
culture che ho sentito alla stregua come mie. Il risultato? Ottimo
direi.
Possiedi
una sola chitarra battente ? Sei affezionato ad uno strumento in
particolare ?
Attualmente posseggo
una sola chitarra battente costruita dai Fratelli Sirleto qui a
Napoli e mi trovo benissimo, ma conto in futuro di procurarmi una De
Bonis: La chitarra battente!
Ti
è mai balenata l’idea di costruirtene una ? hai consultato qualche
testo o qualcuno ti ha aiutato o dato delle indicazioni ?
No grazie, lascio ad
altri quest’ attività artistica.
Il tuo rapporto con
il liutaio ti ha trasmesso qualcosa oltre a fornirti lo strumento ?
A volte mi sono
recato da lui per altri tipi di aggiusti su altri strumenti ma non
più di questo.
Hai avviato qualcuno
all’uso dello strumento trasmettendogli la tua esperienza, i tuoi
insegnamenti o la tua passione ?
Ogni tanto qualche
amico musicista mi fa l’occhio attento sulla mano destra mentre la
suono e si limita a chiedermi il movimento base, altri meno amici mi
chiedono appuntamenti in privato per fare un poco di pratica…ma non
posso dire di avere adepti al seguito.
Hai mai suonato in
pubblico ? raccontami le impressioni della tua prima volta
La prima volta fu a
19 anni in un concerto presso un castello del Parmense con il gruppo
La Moresca. A parte l’emozione che sempre mi prende quando suono dal
vivo, ricordo che ebbi la conferma di quanto continuo a pensare in
termini di amplificazione dal vivo. La chitarra battente è uno di
quegli strumenti che necessitano solo di un buon microfono esterno e
basta.
Se usi lo strumento
in pubblico c’è un tipo di manifestazione alla quale ti piace
partecipare più di un’altra ?
Non mi piacciono le
manifestazioni dove suonano trenta gruppi che iniziano a fare il
soundcheck a mezzogiorno e poi suonano alle undici di sera con un
service che altre a dare i numeri ti lascia i livelli del gruppo
precedente. Credo che il giusto sia non più di tre formazioni.
Questo lo dico a prescindere.
Amo suonare la
chitarra battente in contesti avulsi dai luoghi dove è solito
incontrarla.
prediligi l’uso dello
strumento come accompagnamento al canto, come accompagnamento alla
danza oppure come strumento melodico/solista ?
Ho piacere ad
esprimermi in tutte e tre le forme, forse l’accompagnamento alla
danza mi fa guardare prima l’orologio…
assieme a quali altri
strumenti prediligi suonare in assoluto ? qual è per te la
formazione ideale ?
Di base strumenti acustici.
Amo molto il tar, percussione di tradizione araba, la sua
rotondità di suono pieno e cupo riempie bene e
profondamente. Il violoncello lo trovo utilissimo a
fungere da armonizzatore e da basso. La chitarra classica
sia da contrappunto che come spalla è quasi sempre
fondamentale. Per i fiati amo molto la quena ed il moseño,
flauti della tradizione andina. Ma la lista sarebbe
lunga….basicamente questi sono gli strumenti con i quali mi
sono cimentato con la chitarra battente sentendomi
soddisfatto della scelta.
La formazione ideale?Quella
nella quale nessuno crede di sapere più degli altri e tutti
vogliono apprendere un poco dall’altro. Mi sento di dover
rispondere questo per prima cosa. Per la strumentazione
beh…tutti posso suonare tutto in maniera diversa. In Turchia
si suona una chitarra classica senza i tasti..il viaggio è
lungo e le formazioni cambiano nella testa ad ogni approdo.
l’uso della chitarra
battente ti ha avvicinato a qualche altro strumento ?
Si, per un brevissimo
periodo di tempo ho strimpellato la chitarra barocca, ma il troppo
stroppia…
hai mai avvertito
l’esigenza di creare una composizione musicale personale ?
Si, in oltre credo
che la chitarra battente si presti molto alla composizione…anche
suonata armonicamente fa da ottimo tappeto per melodie di varie
forme e tonalità.
qualcosa che non ti
ho chiesto e che ritieni importante dire.
Tutti suonano. Molti
suonano bene. Pochi trasmettono. Ho sempre questo monito in me
appena imbraccio uno strumento.
Roberto Trenca
grazie Roberto, e buone
suonate !
Alfonso |