Come e quando ti sei
imbattuto per la prima volta nella chitarra battente
Me ne parlò mio padre negli
anni ‘60, io sono del ’55 e a casa chitarre e mandolini sono sempre
circolati. Mio padre da buon barbiere calabrese emigrato suonava sia
la chitarra che il mandolino ed è stato il mio primo maestro sia per
l’una che per l’altro. Mi raccontava delle sue esperienze giovanili
ed in uno di questi racconti mi disse che in Calabria c’era la
chitarra battente che serviva per accompagnare la tarantella e per
le serenate
In quella occasione
che cosa ha attirato il tuo interesse
Il fatto che papà mi disse che
la battente era, per le corde, ‘tutte prime’: ma come cavolo si
accorda?
Nel tuo percorso di
apprendimento c’è stato un momento in cui si è verificata una svolta
?
Penso in continuazione, ogni
volta che sono entrato in contatto con chi suonava e suona e quando
solitariamente cercavo e cerco di capire come
funzionavano/funzionano le cose. Poi nel contatto continuo con i
miei affetti e con il SUD
Come sei entrato in
possesso della tua prima battente ? hai trovato difficoltà a
reperirla ?
Fu un regalo di mio zio Mario (
Gioia Tauro – RC), fratello di mia madre, circa nel ’74 mi portò a
Delia Nova in Aspromonte da Ricciotto Scudellà (liutaio muto) mi
regalò una battente a fondo piatto , 4 corde doppie e uno scordino
C’è stato qualcuno
che ti ha trasmesso la sua passione, le sue esperienze o al quale ti
sei rifatto come modello di riferimento ?
Tutti i miei incontri
Hai trovato utile
qualche testo, libro, pubblicazione, cd ecc.. ?
Un articolo di molti anni fa sul
‘Fronimo’ redatto da M. Sorriso dove si parlava della battente di
Vincenzo De Bonis e poi il libro quasi recente di Ciro Caliendo. Ho
trovato molto utile per i ragionamenti che iniziavo a fare sulla
battente un testo che parla della chitarra barocca di Giuseppe
Radole ‘liuto , chitarra e vihuela’ dove si riportavano le
accordature della chitarra spagnola genericamente denominata
barocca. Da quelle letture cominciai ad ipotizzare che la battente,
vista l’accordatura, fosse anche essa semplicemente una chitarra di
epoca barocca e che poi si chiamasse battente perché , suonata ad
accordi, derivasse il suo nome dalle ‘botte’
Quanto ha contato per
te la musica di tradizione o il rapporto con qualche “portatore”
della tradizione
Moltissimo. Essendo figlio di
emigrati calabresi, vivendo anche in parte in Calabria
Ritieni che oggi nel
tuo modo di usare lo strumento tu abbia sviluppato una impronta
assolutamente personale ?
Penso sia quasi inevitabile e che
sia poi una caratteristica che affianca i musicisti che si
interessano di strumenti che viaggiano senza ‘metodi’ come quelli
degli strumenti classici. Della battente in particolare sembra che
questo sia un fatto peculiare: guardate Marcello, Cataldo o Davide
ad esempio. ognuno ha dei modi personali frutto di uno studio
personale e certamente anche degli incontri fatti e delle esperienze
vissute. In questo senso penso che la tecnica sullo strumento si sia
sviluppata esponenzialmente. Penso, poi, che sia anche più che
godibile in tonica e dominante dove acquista un potere ipnotico.
La tua terra, le tue
origini, la tua cultura, quanta parte hanno oggi nell’uso che fai
dello strumento ?
Le forme musicali che adopero si
rifanno quasi interamente alle mie origini calabresi ed alla mia
condizione di figlio di emigrati i testi delle canzoni sono quasi
tutti in calabrese
Possiedi una sola chitarra battente ? Sei affezionato ad uno strumento in particolare
?
Ne ho 5 ( ne avevo 7): una di
Ricciotto , una di Cecconi, le altre dei De Bonis, Vincenzo,
Costantino e Espedito.
Ti è mai balenata l’idea
di costruirtene una ? hai consultato qualche testo o qualcuno ti ha
aiutato o dato delle indicazioni ?
Sempre. poche letture prima ,
molto internet oggi, il poter parlare con i liutai sempre
Il tuo rapporto con
il liutaio ti ha trasmesso qualcosa oltre a fornirti lo strumento ?
Assolutamente si, mi ha sempre
affascinato il mondo della liuteria. Mi sono laureato con una tesi
in Psicologia del Lavoro proprio sul lavoro del liutaio. La tesi
raccoglieva una serie di interviste video a liutai italiani e
l’elaborazione di un questionario somministrato alla scuola di
liuteria di Cremona. Da questo lavoro è stato tratto un articolo per
i ‘quaderni di Psicologia del lavoro’ ed. Guerini
Hai avviato qualcuno
all’uso dello strumento trasmettendogli la tua esperienza, i tuoi
insegnamenti o la tua passione ?
Per quello che ho scritto prima
penso che ci sia una sorta di ‘linfa musicale’ che scorre e ci
coinvolge un po’ tutti. Mi corre poi il piacere e l’obbligo di
ringraziare Gianluca Zammarelli, di cui ammiro la tecnica e
l’intento cristallino di interpretazione riproposta, che mi ha
citato a questo proposito
Hai mai suonato in
pubblico ? raccontami le impressioni della tua prima volta
Si molto, 10 anni circa con
Antonello Ricci a cui devo molto sia in termini di approccio allo
strumento (sia tecnicamente che ‘filosoficamente’) poi con
Cromantica e oggi con Castalia con cui dovrei essere in
registrazione da gennaio prossimo.
La prima volta fu in ambito
classico con la chitarra che per le prime note mi tremava fra le
mani poi per fortuna passò.
Se usi lo strumento
in pubblico c’è un tipo di manifestazione alla quale ti piace
partecipare più di un’altra ?
Mi piace suonare in genere.
prediligi l’uso dello strumento
come accompagnamento al canto, come accompagnamento alla danza
oppure come strumento melodico/solista ?
tutti, i modi anche se nel
momento compositivo parto dallo strumento solo
assieme a quali altri
strumenti prediligi suonare la battente ? qual è per te la
formazione ideale ?
mi piace l’impasto degli arpeggi
con la classica, l’uso dei plettri e comunque degli strumenti
tradizionali in genere. Mi piace anche oltre agli archi l’uso di
strumenti elettrici come la chitarra e il basso elettrico.
l’uso della chitarra
battente ti ha avvicinato a qualche altro strumento ?
bè, al mandoloncello e al
mandolino ma questo lo devo ancora a papà. Per il mandoloncello ho
scritto cose specifiche es. sull’LP tracce c’è un brano ‘Casablanca’
ripreso poi dalla NCCP in Medina con il titolo Danza d’oriente
hai mai avvertito
l’esigenza di creare una composizione musicale personale ?
sento la composizione come fatto
preponderante
qualcosa che non ti
ho chiesto e che ritieni importante dire.
Penso di si, comunque non ho
citato tanti suonatori e tante persone amanti di queste cose e me
ne scuso.
In conclusione mi piace ricordare
e ringraziare (sul sito l’ho già fatto) tutti i suonatori
sconosciuti magari mai ascoltati, persi per le strade del SUD.
Grazie Signori, grazie di cuore
Gianfranco Preiti
grazie a te Gianfranco,
e buone suonate !!
Alfonso |